CIVITAVECCHIA – «Il problema dei civitavecchiesi è lo iodio». Una frase ascoltata chissà quante volte, utilizzata spesso nelle chiacchierate da bar, quasi a voler giustificare le peggiori “stravaganze” che di tanto in tanto salgono agli onori delle cronache. Eppure lo iodio è un elemento importante per la salute dell’organismo, al di là degli effetti causati da una sua presenza eccessiva. Esistono tuttavia altre sostanze, dannose, capaci di condizionare negativamente gli impulsi dei civitavecchiesi: la cocaina ad esempio, il cui consumo è in continuo aumento, è uno di queste. Pochi i settori in cui la coca non è ancora penetrata, a giudicare dalle tante inchieste (con tanto di intercettazioni) portate avanti in questi anni dalle forze dell’ordine. Un esercito di assuntori, che emerge ad ogni occasione, non appena a Civitavecchia viene messo in piedi uno straccio di controllo diverso da quello della patente e del libretto dell’auto. E il risultato delle verifiche della Polizia stradale, effettuate mercoledì, la dicono lunga: dieci positivi a cocaina e cannabinoidi che si mettono tranquillamente alla guida è un dato che preoccupa. Significative le parole di Nicola Gratteri(foto), procuratore capo di Napoli, da anni sotto scorta per la sua attività di contrasto alla ’ndrangheta. Intervenendo sulla polemica con il Governo per quanto riguarda la paventata ipotesi di sottoporre a test psicoattitudinali i magistrati, Gratteri ha risposto che non sarebbe una cattiva idea, a patto che gli stessi test vengano effettuati su chi ricopre ruoli apicali nella pubblica amministrazione, partendo dai politici. «Dato che ci troviamo - ha dichiarato il magistrato - oltre ai test psicoattitudinali, facciamo anche il narcotest, perché chi è sotto l’effetto di cocaina può fare dei ragionamenti alterati o può prendere decisioni frutto di ricatti». Secondo Gratteri servirebbe uno screening su chi ha incarichi di responsabilità di governo, incarichi regionali e comunali. «Dato che ci troviamo facciamo anche l’alcol test: chi è ubriaco può dire cose in grado di condizionare l’opinione pubblica in modo negativo».