LADISPOLI – Un pezzo di binario sotto la sabbia. L’erosione, che tanto fa dannare operatori balneari e residenti, riconsegna alla città un pezzo di storia di inizio novecento. Se ne sono accorti alcuni volontari mentre assieme agli operai di Città metropolitana erano impegnati per risistemare gli arredi demoliti dalle mareggiate degli scorsi mesi. «Siamo rimasti a bocca aperta – parla Corrado Battisti, responsabile della palude di Torre Flavia proprio per conto di Città metropolitana di Roma Capitale – il blocco ora lo abbiamo portato nella nostra casetta. La traversina si trova ancora sulla riva procedendo a piedi diciamo verso nord, quindi Campo di Mare. È evidente che l’azione erosiva continua a scavare facendo riaffiorare delle cose molto importanti del passato di Ladispoli». Ma a cosa servivano quelle rotaie e poi lì a ridosso dell’arenile? Nei vagoni si caricava appunto la sabbia che veniva lavorata per ottenerne il ferro. Era così ricca di minerale ferroso che partivano per le acciaierie di Terni quintali e quintali di magnetite. «Questo luogo – aggiunge Battisti – ci regala sempre una infinità di emozioni. Ogni giorno praticamente scopriamo delle cose nuove anche se in realtà in questo caso è un reperto storico dell’antica città, un tuffo nel passato di almeno un secolo». La diramazione Palo-Ladispoli era lunga oltre due chilometri con inizio dalla stazione di Palo sulla linea per Civitavecchia e fine nella città, dalla sosta in piazza della Vittoria e termine alle spalle della parrocchia di Santa Maria del Rosario a ridosso degli attuali giardini pubblici. E sull’arenile dunque i binari erano collegati e sopra tutti i vagoni utilizzati per il trasporto del ferro soprattutto, in quel periodo, per la produzione di armi.

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