MONTALTO DI CASTRO - «Avendo ricoperto per ben dieci anni il ruolo di sindaco - ed essendo il mio il mandato successivamente antecedente a questa amministrazione - mi sento di fare una riflessione rispetto ai fatti ultimamente accaduti, sottolineando che il mio intervento non è assolutamente di chi è nella posizione di puntare il dito, ma al contrario di chi vuole analizzare i fatti alla ricerca di una soluzione». Così l’ex sindaco di Montalto Sergio Caci che condanna gli attivi di violenza che hanno segnato la storia del paese nell’ultimo anno, esprime solidarietà alla sindaca Socciarelli e sottolinea che Montalto non è un paese violento: «Ho amministrato Montalto e penso di poter avere qualcosa da dire, - afferma Caci - ma soprattutto da suggerire, mettendo tutta la mia esperienza a disposizione della giunta e di conseguenza del Paese. Prima di proseguire però, esprimo la mia solidarietà nei confronti della sindaca Socciarelli e di suo marito, per l'aggressione subita lo scorso sabato, atto deprecabile che va fermamente condannato: nessuno nello svolgere il proprio mandato può subire vessazioni e attacchi fisici come avvenuto sabato scorso, perchè ogni sindaco ha ricevuto un incarico dai cittadini stessi che l'hanno votato e non può essere vittima di atti di violenza fisica, perché a perderci, in questi casi, è la democrazia, siamo tutti, chiunque aderisca alle regole del vivere civile e democratico. La violenza va condannata senza se e senza ma, di nuovo solidarietà ad Emanuela».

«Veniamo a noi - prosegue Caci - Montalto di Castro non è un paese violento. Non lo è Montalto capoluogo, non lo è Pescia Romana, non lo sono le marine durante il periodo estivo. I suoi abitanti, chi sceglie i nostri luoghi per le vacanze o come seconda residenza, gli imprenditori che vi operano, sono persone per bene. I nostri giovani sono ragazzi sani che studiano e coltivano le proprie aspirazioni. Lo provano le tante levate di scudi che abbiamo letto sui social a commento dei fatti di cronaca accaduti, ma lo prova, sostanzialmente, anche la vita quotidiana di tante famiglie che conosco da sempre, e dei loro figli. Allora cosa succede da più di un anno a questa parte? Era luglio 2022 quando il consiglio comunale approvava il daspo urbano e, a distanza di un anno e mezzo, leggiamo ancora di violenza, di droga, di disagio, di problemi sociali. I protagonisti sono quasi sempre gli stessi o, nei periodi estivi, si arricchiscono di personaggi che comunque rispecchiano descrizioni ben definite. Il pericolo però è che una certa feccia di balordi, di spacciatori o poco di buono, potrebbe trascinare nel suo vortice anche i nostri ragazzi, o comunque rendere le nostre vie, le nostre piazze, il nostro lungomare, luoghi di degrado morale e decadimento dei valori».

Quindi cosa fare? «Nessuno ha delle ricette definite questo è ovvio - dice Caci - I controlli, le leggi, i daspo, sicuramente possono essere un deterrente, ma come si è visto funzionano poco se ad essi non si associa una politica programmatica ben definita e continuativa nel tempo. Mi spiego meglio. Per quanto riguarda le forze dell'ordine è ormai noto da tempo che sarebbe necessario assumere più personale. La carenza di agenti in servizio è stato uno dei problemi principali del ridotto controllo del territorio: le caserme chiuse la sera ne sono un esempio lampante. La spending review non doveva arrivare a questo. Perchè, credetemi non è retorica di una certa destra affermare che ci sono atti che vanno puniti a norma di legge: è garanzia di democrazia. La democrazia va difesa anche così, punendo chi non si comporta bene ed arreca danni agli altri. Nessuno inneggia alle ronde, ma per chi delinque, ci devono essere fermi, denunce e polizia sul posto. Per quanto riguarda la politica, essa deve continuare ad investire in attività che mettano i giovani nella condizione di poter avere a disposizione occasioni positive per la propria crescita. Quindi investire di più in attività culturali, sportive, artistiche, finanziare le varie associazioni e fare in modo che le strutture funzionino al meglio, in modo da occupare le giornate dei ragazzi in luoghi ed attività di sana crescita. Si dovrà insistere sulla sinergia e comunione di intenti fra amministrazione e tutte le associazioni del posto, sulla creazione di un clima sereno e di collaborazione tra istituzioni e chi si dedica al sociale. Si pensi alla bella iniziativa “dica33” sullo sport in Costituzione che, grazie al giornalista Valerio Piccioni, alla Polisportiva Montalto e all’Istituto Scolastico proseguirà con una serie di incontri nelle scuole. Un giornalista come Valerio Piccioni andrà nelle scuole di Montalto e Pescia e coinvolgerà i ragazzi in riflessioni ed attività che bella cosa! Grazie all'amico Valerio. Spero ce ne siano tante altre simili. Insomma, l’antidoto è anche aprirsi alle esigenze del territorio ed investirci. Pensare alle persone ed al loro benessere vale più di ogni opera pubblica. Proiettiamoci in avanti e pensiamo con fiducia al futuro dei nostri giovani, la politica ne è responsabile e questo è un concetto chiaro. Quindi bene le manifestazioni, le raccolte firme, ma la politica deve impegnarsi oltre la firma, con denunce ferme e assunzioni di responsabilità nei confronti di chi si comporta male e confligge con la comunità in cui vive. Il coraggio, ed oserei dire, anche la sconfitta della denuncia, può salvare molte persone».

«Mi auguro - conclude Caci - che tutti insieme seduti in assemblea, in un consiglio comunale aperto, possiamo affrontare il problema, e ribadire che a Montalto ci sono tantissime persone, la maggioranza, che sono pronte a difendere il proprio territorio, e farlo percepire come il luogo che è sempre stato: un posto bellissimo, fatto di lavoratori onesti e di ragazzi e ragazze volenterose. Io ci sono e voi? Perché non c'è giunta che tenga senza il contributo di tutti. Mettiamoci a lavoro e ripristiniamo un clima sereno. Sarà mia cura intanto depositare una memoria presso il Ministero dell’Interno al fine di estirpare lo spaccio e la malavita presenti ormai da troppi mesi sul nostro territorio».

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