MONTALTO - Il Tar del Lazio ha respinto il ricorso di Enel, riconoscendo la validità dell'ordinanza comunale che disponeva la demolizione delle strutture inutili e pericolose e il ripristino dei luoghi dove negli anni ‘80 doveva sorgere la centrale nucleare.

LA SINDACA SOCCIARELLI: GIORNATA STORICA «Anche se Enel ha già annunciato il ricorso al Consiglio di Stato - dichiara la sindaca Emanuela Socciarelli - oggi è comunque una giornata storica per la nostra comunità. Dopo anni di battaglie legali, abbiamo finalmente ottenuto la conferma del nostro diritto a liberarci del fardello della centrale nucleare abbandonata, che da troppo tempo deturpa il nostro territorio. Mi sarei aspettata da Enel una dichiarazione di collaborazione per il bene del territorio anziché una nuova dichiarazione di guerra comunicando il ricorso». «Tutelare il territorio - conclude la sindaca Socciarelli - significa anche eliminare questo ecomostro che impatta su tutta la costa ed è visibile dal Lazio Nord fino alla bassa Toscana».

L’EX SINDACO CACI: FUMMO NOI A DISPORRE LA DEMOLIZIONE «Apprendo con soddisfazione che il Tar Lazio ha respinto il ricorso di Enel Produzione spa contro l'ordinanza del Comune di Montalto di Castro, con la quale avevamo disposto la demolizione del relitto ex-nucleare della centrale Alessandro Volta - commenta l’ex sindaco Sergio Caci - Nel procedimento, una volta avviato e a sostegno delle nostre tesi, intervenne anche il Codacons».

LA STORIA Nel 2017, pochi mesi dopo l'inizio del secondo mandato Caci, l’amministrazione ha commissionato uno "Studio di fattibilità tecnico-giuridica riguardo i grandi complessi di natura industriale di notevole e straordinario impatto ambientale nel territorio comunale". L'avvocato Angelo Annibali dello studio legale Aoerre e l'esperto Andrea Talenti lavorarono per conto del Comune di Montalto consegnando un dettagliato studio e nell'aprile 2018, il consiglio comunale approvò il lavoro all'unanimità. Proprio da quello studio scaturì l'ordinanza di demolizione. L'obiettivo era quello di porre in essere nel territorio interventi mirati alla tutela ambientale e paesaggistica, volti alla conoscenza, alla conservazione e al ripristino del patrimonio ambientale. «Furono scelti dei parametri da seguire - spiega Caci - con dei punteggi che andavano da 0 a 25, dove da 20 a 25 era necessario intervenire direttamente sulle criticità, mediante l'applicazione di misure correttive: la centrale rientrava in questa ultima fascia».

LO SCONTRO TRA SOCIETA’ ELETTRICA E COMUNE La società elettrica in sostanza ha agito per l'annullamento dei provvedimenti adottati dal Comune di Montalto che chiedeva la demolizione delle strutture, assumendone la sopravvenuta illegittimità-illiceità edilizia, in conseguenza del venir meno del programma nucleare nazionale, per effetto del referendum del 1987, nell'ambito del quale era stata autorizzata la realizzazione della centrale. Di contro, il Comune si era determinato a ingiungere la demolizione delle strutture residuali dell'ex centrale nucleare, ritenendo venuta meno la base giuridica che legittimava l'Enel alla realizzazione della centrale, nonché l'indicazione al mantenimento in vita dei relativi manufatti.

LE MOTIVAZIONI DEL TAR Il Tar ha ritenuto di condividere la posizione dell'ente locale. Al Tar è quindi apparsa "evidente l'inconsistenza delle censure variamente articolate da Enel nel ricorso e nei motivi aggiunti". In particolare non è stato ritenuto fondato né "l'argomento inerente il difetto di competenza del Comune", né la censura sulle iniziative intraprese per la tutela del territorio e dell'ambiente. "Del resto - si legge - che le parti siano pienamente consapevoli della necessità di riqualificare l'area e, dunque, della riconducibilità dei relativi interessi all'intervento di tipo urbanistico-ambientale proprio dell'esercizio dei relativi poteri dell'ente locale è attestato sia dalla stipula del protocollo d'intesa del 2016 (sia pure relativo ad altra centrale), sia dal confronto procedimentale che è stato posto in essere". Il Tar, nella sentenza, indica una reciproca e leale collaborazione tra Comune ed Enel riguardo la demolizione. In proposito Caci rilancia la proposta del Museo della Transizione Energetica, presentata nell'aprile del 2022; “Il Progetto Montalto”, al centro informazioni della Centrale Alessandro Volta ed al quale avevano aderito, come molti stakeholder, con molto entusiasmo. «A distanza di due anni – afferma Caci – mi chiedo che fine abbia fatto, considerato che non leggo nulla né tra le delibere del Comune, né tra i comunicati di Enel. Auspico quindi che Enel e Comune riprendano il dialogo intrapreso durante la passata amministrazione - afferma Sergio Caci - e che la reciproca collaborazione, stimolata dal Tar, si traduca nel ripristino del luoghi, ottemperando all'ordinanza, o nella realizzazione del Museo progettato dallo studio d’architettura Acpv Antonio Citterio Patricia Viel. Quest'ultima soluzione, come dichiarato già durante la conferenza di presentazione, mi sembra la più vantaggiosa per lo sviluppo turistico ed economico dell'area».

ENEL CONFIDA NEL CONSIGLIO DI STATO Enel intanto si dice pronta a ricorrere al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar Lazio. Al riguardo, Enel precisa che le opere interessate dal provvedimento di demolizione sono state all’epoca legittimamente realizzate in forza di apposita legge e previa autorizzazione, a livello sovracomunale, delle competenti autorità (delibera Cipe, delibera Regione Lazio, decreto ministeriale). «L’esito del referendum del 1987 ha impedito la prosecuzione delle opere, ma non ha influito sulla legittimità di quanto realizzato – sottolinea la società elettrica - In ogni caso, ogni definitiva valutazione sulla destinazione delle opere non potrebbe che essere assunta con il necessario coinvolgimento di tutte le amministrazioni pubbliche interessate. Enel confida, pertanto, nella riforma della sentenza da parte del Consiglio di Stato».

IL CODACONS ESULTA «Grazie alla battaglia del Comune di Montalto di Castro e del Codacons - commenta l'associazione di consumatori - finalmente l'eco-mostro dell'ex centrale Enel sarà abbattuto, con evidenti vantaggi per il paesaggio naturale della Maremma e per l'ambiente"

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