Via del Pilastro è il classico esempio di mancanza di programmazione e visione della città. Quello che abbiamo battezzato il “tour del degrado” a Viterbo non ha lo scopo di attaccare l’attuale amministrazione Frontini, né le precedenti, ma è semplicemente una panoramica su una situazione ormai insostenibile per le strade-carrarecce cittadine, su cui è però necessario prestare attenzione.

Via del Pilastro è un importante collegamento tra la zona di Porta Faul e tutto il traffico che proviene dai quartieri Salamaro, Carmine, Pilastro e la parte nord-ovest della città. Si parla di centinaia e centinaia di auto ogni giorno. Una strada così centrale dovrebbe avere una manutenzione di pari grado ma, qui, non solo non esiste, ma possiamo oggettivamente parlare di via abbandonata. Partendo dal bivio che unisce Porta Faul, la rotatoria e l’inizio di via del Pilastro, salendo, si notano subito avvallamenti di almeno 40-50 centimetri con tanto di erbaccia “pluriennale”. Se si finisse qui, essendo le buche laterali, potremmo anche starci. Al centro della carreggiata il manto stradale è per lo più sconnesso ma, rimanesse com’è, il danno sarebbe ancora una volta accettabile. Continuando a procedere, invece, troviamo la prima “chicca” fuori del comune: sulla destra, come le foto dimostrano, c’è, da anni ed anni, una vera e propria discarica abusiva permanente. Puntualmente si accumulano decine di sacchi dell’immondizia che vengono svuotati (dove? Quando?) in modo irregolare. Due le ipotesi: o chi le getta è qualche residente delle vicinanze, ed allora bisognerebbe fare controlli approfonditi; oppure è un punto di scarico conosciuto e molti vengono da fuori a gettare i rifiuti, sapendo che nessuno interviene a vigilare. I rifiuti sono sotto il tufo e, nelle vicinanze, ci sono fregi storico-artistici legati alle mura storiche ed alla più famosa delle porte medievali della città dei papi: Porta Faul. E’ lunga via del Pilastro ed in salita, ma l’abbiamo documentata tutta. Dopo il curvone che immette in direzione del quartiere Pilastro, troviamo una via “spezzata” in due nell’asfalto: una parte è del tutto divelta o disconnessa, l’altra riporta una colata di asfalto non si sa di quanti anni fa e poco più. Risultato: chi passa in questo punto si trova a “ballare” sull’asfalto e la roccia laterale antica, piena di vegetazione e qualche attività economica, rende il transito quantomeno pericoloso. Sì, perché non si può parlare di doppio senso di circolazione essendo la via stretta e piena di macchine parcheggiate abusivamente, specie nella parte prima del semaforo che permette l’ingresso in viale Bruno Buozzi o il proseguo fino a Pratogiardino. Già, i rifiuti. Non ci sono solo quelli della discarica abusiva documentata ma anche quelli gettati lungo il resto della via, qua e là, ai lati della carreggiata. Abbiamo rinvenuto tre sacchi neri abbandonati, dei sacchetti di Mcdonald e cartaccia varia. Altra segnalazione: c’è una parte transennata diventata “giungla” all’inizio della via da anni ed anni (mai riaperta) e la roccia a strapiombo, nella parte destra salendo, che è del tutto priva di protezioni in caso di frane o (facciamo i dovuti scongiuri) di scosse sismiche. Quindi esistono anche rischi per l’incolimità delle persone. Insomma: via del Pilastro la possiamo integrare nell’ormai “famoso” tour del degrado di Viterbo e la sollecitazione al Comune di Viterbo è sempre la stessa: dare un segnale di interessamento reale. Oltre ai numeri del turismo, sarebbe bene fornire quelli della manutenzione stradale. «La situazione è quella che potete constatare - dice un residente che vuole restare anonimo -. Qui siamo da anni del tutto ignorati dalle varie amministrazioni comunali tra asfalto colabrodo, rifiuti ed erbaccia imperanti. Via del Pilastro è una via fondamentale ma, soprattutto la prima parte, rimane molto nascosta e tanti fanno i loro comodi. La mancanza di manutenzione, fa il resto. Siamo ormai rassegnati».