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SANTA MARINELLA – Si accende il dibattito politico dopo la decisione presa dalla giudice del tribunale di Civitavecchia di prosciogliere il sindaco Pietro Tidei dall’accusa di peculato, in merito all’utilizzo dell’auto comunale per fini personali. A prendere la parola sulla vicenda è il consigliere comunale d’opposizione Roberto Angeletti. «A mio modesto modo vedere - dice Angeletti - potrebbe essersi configurato il "CPP131 bis": il giudice ha ritenuto che per tenuità del fatto a non procedere, ma non che il fatto non sussiste, anzi ci sarà da avvisare la Corte dei conti per un possibile danno erariale, anche se per cifre non eclatanti. Allora tutti i consiglieri e dipendenti della P.A. possono usufruire di beni per scopi personali, come l'autovettura o qualsiasi altro bene, magari fino ad un massimo di 130 euro, tanto poi ci sarà un possibile non luogo a procedere?» «È un teatro già visto – prosegue Angeletti - ma non per questo meno vergognoso. Nel palcoscenico della giustizia di Civitavecchia, due atti drammatici che parlano di come la legge, il buon senso e soprattutto la decenza vengano usati a discrezione, a seconda che chi è sotto accusa abbia una poltrona o un microfono. Atto primo: il sindaco Tidei. Lo si accusa di peculato d’uso, appropriazione indebita, abuso di bene pubblico, per essersi fatto accompagnare dall’auto comunale all’aeroporto di Ciampino. L’opposizione denuncia, qualcuno produce foto. Ma poi un giudice decide che il danno erariale è di modica entità: insomma, roba da poco, poche centinaia di euro (o addirittura meno). E pazienza se il primo cittadino ha percorso decine e decine di chilometri con un’auto che non gli spettava per scopi privati: perché, dicono, non è reato se il danno è “non significativo”. Il bilancio pubblico ringrazia: appena un ticchettìo di spesa, un fastidio burocratico se sei cittadino qualunque, ma niente più». «Atto secondo: - prosegue Angeletti - il consigliere che, solo per “aver preso una pagnotta di pane ed un litro di latte d’asina”, per restare nel lessico scenico, viene travolto da tutto l’armamentario giudiziario: richiesta di custodia cautelare, processo, gogna mediatica. E non perché rubasse quintali d’oro, ma forse perché quelle misere provviste sommate a un atto simbolico, danno fastidio. Perché mostrano la disparità di trattamento, l’ipocrisia del sistema che decide chi è un “delinquente grave” e merita l’ergastolo mediatico, e chi è “politico potente” e invece ha fatto solo peccato di vanità, leggerezza, ma niente da querelare in tribunale o da condannare sul serio”.
Sullo stesso argomento prende la parola anche il Movimento cinque stelle di Santa Marinella. “A Civitavecchia la giustizia ha parlato chiaro: il sindaco Pietro Tidei non deve rispondere di nulla per l’uso “privato” dell’auto comunale. Il giudice ha dichiarato il non luogo a procedere. Motivo? Il danno erariale è di modica entità: poche decine, un centinaio di euro. Robetta. – commentano i Cinque stelle - In un Paese normale, l’uso di un bene pubblico per scopi privati sarebbe già di per sé una violazione del patto di fiducia tra cittadini e istituzioni. In Italia, invece, diventa questione di calcolatrice: se il conto alla pompa di benzina è basso, allora non è reato. Non importa il principio, non importa il precedente, non importa l’idea che chi guida la città non possa trasformare l’auto blu in un taxi personale. Basta che il danno sia “modico”. E così, mentre ai comuni mortali si chiede fino all’ultimo scontrino, ai sindaci basta restare sotto la soglia della “modestia”. È la solita aritmetica della politica: 120 euro per un cittadino sono una multa che pesa, per un sindaco diventano “quisquilie”. Il risultato? Un messaggio chiaro, chiarissimo: se sbagli e sei potente, non importa tanto cosa hai fatto, ma quanto ti è costato. Sotto un certo limite, il reato evapora. Non luogo a procedere, tutti a casa, e chi osa criticare viene accusato di moralismo. E allora, signori, continuiamo pure a parlare di “legalità” e di “fiducia nelle istituzioni”. Ma ricordiamoci che, da queste parti, la legge non è uguale per tutti: è uguale solo per chi ha la poltrona giusta e il serbatoio a basso consumo».
La maggioranza dal canto suo fa quadrato intorno al sindaco Tidei. “Dopo l’udienza predibattimentale dove è stato stabilito il non luogo a procedere dal giudice, in merito alla vicenda dell’auto di servizio utilizzata dal sindaco Tidei, si legge in una nota firmata da tutti i gruppi consiliari e gli assessori della maggioranza, noi consiglieri e assessori di ogni gruppo consiliare, siamo felici di aver avuto ragione nell’averlo sostenuto. Ribadiamo l’esclusione di ogni rilevanza penale dei fatti, con il sindaco che ne esce pienamente prosciolto. Siamo sempre stati garantisti e non solo a convenienza. Questi giorni e nei mesi passati abbiamo visto fermento nei banchi dell’opposizione, qualcuno sperava che oggi ci sarebbe stato un altro epilogo, noi tutti sottolineiamo la distanza che prendiamo da tali comportamenti e procederemo con il confronto politico quotidiano, non giudiziario».
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