LADISPOLI – Gli operai non si vedono in azione. Il cantiere è ancora fermo al Castellaccio dei Monteroni, da mesi, e questo è ciò che più preoccupa gli abitanti del posto che sognavano il grande rilancio del loro simbolo. Non ci sono comunicazioni che fanno pensare all’ennesima debacle del restyling dell’antico maniero ma si teme possa avvenire quello che è accaduto con il cine-teatro i cui lavori sono fermi al palo da due anni per un motivo o per l’altro. Tornando al Castello, quel che è certo è che comune di Ladispoli è riuscito ad aggiudicarsi un contributo economico di oltre tre milioni e mezzo di euro grazie ai fondi del Pnrr. Gli interventi di riqualificazione sono partiti a settembre 2023 ma da diversi mesi non sono ripresi al nonostante le sollecitazioni della classe politica. Gli automobilisti di passaggio notano ormai quotidianamente l’area sia transennata senza che ci siano avanzamenti di sorta del restyling. Nel progetto di recupero sarebbe inclusa anche la stalla esterna al Castello e tutta l'area verde circostante. Una volta tornata nuova, la struttura sarà destinata ad ospitare mostre, esposizioni museali, eventi culturali ed enogastronomici, manifestazioni e mostre su prodotti tipici e diverrà – come anticipato da palazzo Falcone - uno dei luoghi nei quali sarà possibile celebrare matrimoni ed unioni civili. Il Castellaccio ha un valore simbolico. Alberto Sordi e Vittorio Gassman nel 1959 furono i protagonisti de “La grande guerra”, capolavoro di Mario Monicelli che scelse questo sito come set cinematografico e grazie a questa scelta molti ladispolani riuscirono ad assicurarsi una paghetta recitando come comparse. Nel Castello ci furono anche delle nascite. Qualche anno primo la struttura ospitò gli sfollati durante la II° Guerra mondiale. Film ma anche storia antica. Nel 2016 durante uno scavo vennero trovati dei resti della civiltà romana e in poche settimane la soprintendenza del Lazio e dell’Etruria Meridionale, in collaborazione con lo stesso Comune, portò alla luce un intero villaggio sotterraneo tra scheletri, strade, pozzi, monete e tanti altri reperti. Poi i cantieri si fermarono per mancanza di contributi.

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