LADISPOLI - «Nemmeno fatti tragici come la guerra in Ucraina e la crisi economica causata dalla pandemia, possono mandare in secondo piano eventi come il Giorno della Memoria». A parlare è il sindaco Alessandro Grando che, a 23 anni dall'istituzione di questa giornata, è tornato a condannare i drammatici e agghiaccianti fatti che oltre 70 anni fa scrissero la pagina più buia della storia italiana con la vergogna della promulgazione delle leggi razziali. «Una giornata che deve indurre tutti noi a delle profonde riflssioni, affinché un orrore come l'Olocausto non si ripeta mai più. Mai come in questo periodo, dove da un anno il mondo sta assistendo alla violenta aggressione contro il popolo ucraino, Ladispoli intende celebrare questa ricorrenza con la dovuta attenzione per far comprendere alle nuove generazioni come il pericolo sia sempre dietro l’angolo. Il 27 gennaio del 1945 – ha ribadito il sindaco Grando – fu smantellato il campo di concentramento di Auschwitz, dove centinaia di migliaia di uomini, donne e bambini furono barbaramente spediti a morire nelle camere a gas. La Shoah, come ho più volte sottolineato, è una memoria storica che abbiamo il dovere di tramandare e non far mai cadere nell’oblio. Troppe volte la cronaca racconta di vicende che ci ricordano come odio, intolleranza e discriminazione siano un male da estirpare sul nascere. Dalla violenza di genere all’odio razziale, tutti gli amministratori hanno il dovere di stigmatizzare e condannare ogni minimo segnale, chiamando i cittadini alla mobilitazione sociale e di pensiero. Dal febbraio dello scorso anno stiamo vedendo l’escalation del conflitto tra Ucraina e Russia, è assurdo che nel 2023 si debba ancora vedere donne e bambini morire sotto le bombe di una guerra senza senso». E il primo cittadino ribadisce: «Affermiamolo ancora una volta tutti insieme, il 27 gennaio è un giorno da scolpire a caratteri cubitali nella memoria collettiva, abbiamo il dovere di insegnare ai nostri figli come il male non sia mai un evento casuale. Nasce come un mosaico che si compone quotidianamente di tasselli pericolosi che non dobbiamo mai sottovalutare».


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