CIVITAVECCHIA – Centrale ferma, futuro incerto, progetti non ancora chiari e definiti, e preoccupazione, tanta, nell’aria. Fuori i cancelli dell’impianto Enel di Torre nord, stamattina, è scattata la protesta degli elettrici, tappa di una mobilitazione nazionale che ha già interessato altre città. L’adesione è stata alta, con Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec convinti della necessità di andare avanti su questa strada, come già dimostrato con lo sciopero dell’8 marzo scorso, per far sentire forte e chiara la voce dei lavoratori ad Enel. 

«Ad oggi di certo c’è solo una data, quella del 31 dicembre 2025, quando chiuderà la centrale di Tvn – ha spiegato Massimiliano Appetecchi, segretario regionale di Uiltec Lazio – mancano risposte credibili da parte dell’azienda, un piano industriale serio e concreto sul futuro. E poi siamo preoccupati per la sicurezza di siti come questo, a pieno regime nei momenti del bisogno ed oggi fermi e con manutenzioni non adeguate». Ribadendo l’impegno al fianco dei lavoratori di Enel, ma anche di quelli dell’indotto, i sindacati hanno confermato anche un nuovo mese di stato di agitazione, ad aprile. «Le strategie attuate oggi da Enel – ha aggiunto Alessio Lionetti, Segretario Filctem-Cgil Civitavecchia Roma Nord Viterbo e coordinatore regionale Filctem Cgil Lazio – sembrano avere un solo obiettivo: quello di dare soddisfazione agli azionisti. E invece Enel è chiamata oggi a garantire una giusta transizione energetica, che non deve passare certo dalla compressione degli investimenti». 


Le parti sociali parlano infatti di una riduzione degli investimenti sulla generazione, nell’arco del prossimo triennio, da 5,5 mld a 2,9 mld di euro.   

«Ci troviamo di fronte ad una grandissima realtà industriale – ha aggiunto Oreste Erminiati, segretario regionale di Flaei Cis – al centro della transizione energetica, beneficerà di investimenti dai fondi del Pnrr: ebbene questi investimenti devono tradursi in occupazione e riconversione dei siti con progetti chiari, per i lavoratori di Enel e dell’indotto». A dare sostegno alla protesta anche i confederali. «Civitavecchia è al centro di diversi tavoli – ha ricordato Paolo Sagarriga Visconti della Cisl – in questo momento serve dialogo proprio per arrivare a soluzioni condivise e che diano prospettive reali al territorio e ai suoi lavoratori».