SANTA MARINELLA - Si è svolta giovedì, presso il Tribunale di Civitavecchia, l’udienza nella quale il giudice predibattimentale, figura introdotta dalla recente riforma a garanzia dell’imputato, dottoressa Viviana Petrocelli, ha disposto il procedersi a giudizio nei confronti del Sindaco Pietro Tidei, nella controversia con il giornalista Cristiano Degni. I fatti risalgono al 2022 quando, a seguito di una serie di articoli pubblicati su internet e riguardanti un’inchiesta giornalistica nella quale veniva portata alla luce una serie di anomalie nella gestione amministrativa del Comune e dove venivano criticate le scelte politiche operate dall’amministrazione comunale, l’autore degli scritti, il giornalista Cristiano Adolfo Degni, veniva verbalmente apostrofato dallo stesso Sindaco e, secondo Degni, gravemente diffamato a mezzo social network. Nella prossima udienza, fissata per il 15 maggio davanti al Giudice del Dibattimento, Dottoressa Viviana Di Iorio, inizierà il processo vero e proprio e Tidei potrà esporre le proprie difese, sebbene l’accusa sia prettamente documentale. Il Giudice Petrocelli, ha anche ammesso la costituzione di parte civile del Degni, assistito dall’avvocato Marco Eller Vainicher del Foro di Milano, e dell’associazione Ossigeno per l’Informazione, osservatorio promosso congiuntamente dalla Federazione Nazionale Stampa Italiana e dall'Ordine dei Giornalisti, che ha lo scopo di monitorare minacce e abusi a danno di giornalisti italiani compiuti per oscurare notizie di interesse generale per l'opinione pubblica e più in generale tutelare la libertà di stampa. “I processi si fanno nelle aule di giustizia nel contraddittorio tra le parti – dichiara l’avvocato Eller – tuttavia, ad oggi, l’impianto delle doglianze da noi portato avanti ha retto al vaglio di due diversi magistrati e confidiamo che le prove documentali da noi raccolte supereranno ogni possibile contestazione, d’altro canto, compito dell’avvocato, prima di accusare una persona, è essere sicuri di non puntare il dito contro un innocente, a tutela sia del proprio assistito, che dell’onorabilità dell’accusato che, più in generale, del corretto funzionamento della giustizia, certo è che, anche se non sempre con la rapidità che molti si aspettano, quest'ultima arriva sempre”.

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