TARQUINIA – Ha preso un po’ di tempo il sindaco di Tarquinia Francesco Sposetti per vedere se ci sono margini per risolvere le numerose criticità legate alla nuova raccolta differenziata porta a porta.

Il tema, inevitabilmente, è stato discusso nel corso del consiglio comunale di martedì durante il quale è stato sollevato il nodo rifiuti con il progetto di raccolta che sta mostrando lacune e criticità.

Sposetti ha per il momento messo in congelatore la proposta del consigliere comunale d’opposizione Renato Bacciardi che con determinazione ha chiesto la discussione della questione in un consiglio comunale aperto.

BACCIARDI CHIEDE IL CONSIGLIO APERTO Le criticità sono infatti ancora diverse. «Non basta chiedere ai cittadini di essere virtuosi – ha scandito Bacciardi - Chiediamo un consiglio comunale aperto per far parlare i cittadini e soprattutto per invitare la ditta. Far partire questo nuovo tipo di raccolta il primo luglio è stato un gravissimo errore, – ha detto Bacciardi – anche se non commesso da questa amministrazione.  E’ evidente che la coperta è corta: se si sistema il Lido, restano scoperti il centro e le campagne. Sarebbe stato più opportuno partire ad ottobre. Mi sembra di aver letto che manchi qualche unità». «Capita che non passino a ritirare e noi possiamo documentarlo – ha anche detto Bacciardi - abbiamo un archivio di documentazione e se servirà di parlarne possiamo metterlo a disposizione. Sappiamo che non è possibile stravolgere l’appalto ma se il contratto ha dei buchi anche la ditta deve fare la sua parte».

UN APPALTO SOTTODIMENSIONATO Il sindaco Sposetti da parte sua ha manifestato pieno impegno a cercare di risolvere i problemi ma non ha mancato di sottolineare i limiti legati all’appalto. “Se nel capitolato hai deciso di acquistare un’utilitaria non puoi pensare di avere una Ferrari – ha detto subito Sposetti - Le mini isole ecologiche e il porta a porta non si sposano con la realtà. Ogni mini isola ecologica ha una vasca da 1000 litri. Nel momento di punta abbiamo 30-35 metri cubi di rifiuti e le Mie hanno la capacità di raccoglierne al massimo 10. Dal primo luglio insieme all’assessore Celli abbiamo iniziato una collaborazione fattiva con l’azienda che gestisce il servizio».

SOLUZIONI NELL’AMBITO DELLA LEGGE L’assessore preposto Sandro Celli già al lavoro per una soluzione, intanto però ha rimarcato la natura sottodimensionata del progetto: “Questo è un progetto fortemente sottodimensionato – ha detto Celli – avevo già detto che avrebbe portato al caos, proprio per come è strutturato. Anche la modifica di aprile e maggio proposta dall’azienda e accettata dall’amministrazione non ha portato dei frutti in termini di positività, anzi ha creato ulteriori criticità soprattutto sul discorso del personale: pensare al porta porta nelle campagne in un territorio come quello di Tarquinia, che è tra i più estesi del Lazio, è un’idea inopportuna. Ora però non si può stravolgere un appalto perché questo porterebbe solo a ricorsi e richiami a giudizio, anche da parte delle altre ditte che hanno partecipato”. Quindi l’obiettivo è cercare soluzioni nell’ambito della legge».

I CORRETTIVI GIA’ PENSATI  Tra i correttivi che saranno introdotti, ha quindi spiegato Celli, c’è proprio l’annullamento del porta a porta nelle campagne, con una soluzione «con dei punti di raccolta chiusi e recintati, i cosiddetti “condomini orizzontali“, ai quali possono accedere solo le utenze della zona interessata con una chiave per conferire». «Per quanto riguarda il Lido – ha detto Celli - abbiamo aumentato il numero di passaggi settimanali, in particolare quelli per l’indifferenziato: proviamo insomma ad allentare una situazione comunque difficile, muovendoci nel vincolo dell’appalto per trovare spazi di miglioramento». «Abbiamo sollecitato anche il direttore esecutivo dell’appalto che ci consegnerà una relazione mensile sull’andamento del contratto, con tutte le specifiche e tutti i suoi dettagli che ci permetteranno meglio di capire come e dove intervenire”.

L’INCOGNITA SUL PERSONALE IMPIEGATO  Il consigliere d’opposizione Luigi Serafini ha sollevato quesiti circa un presunto sottodimensionamento del personale e sull’applicazione, da parte del Comune, di eventuali penali laddove i servizi non sono stati svolti come da capitolato.

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