CERVETERI - «Ho mio padre in ospedale per Covid, ho capito cosa sta accadendo ... Io ho perso mia mamma l'anno scorso, adesso capisco come sono andate davvero le cose ...». Dopo Invisibili (che racconta delle vittime da effetto avverso da vaccino) il regista e produttore Alessandro Amori torna a parlare dell'emergenza sanitaria. Questa volta lo fa con le testimonianze dei parenti delle vittime dello stato di emergenza Covid 19 con il docufilm "La morte negata". L'appuntamento è ancora una volta nell'aula consiliare del Granarone, a Cerveteri. Il pomeriggio di domenica, a partire dalle 15, sarà animato anche da una riflessione più ampia sulla genesi e i significati a diversi livelli del documentario, con il titolo "In ascolto dell'anima", organizzata da Playmastermovie e dall'associazione culturale locale Koinè. "La morte negata" ha fatto il giro delle sale di tutta Italia dando risposte, seppur drammatiche, a tante domande. La sofferenza e lo sconcerto di chi non ha potuto assistere i propri cari in ospedale, di non aver potuto sapere la verità su morti "strane", di persone ricoverate per l'infezione virale o anche per cause più banali, e letteralmente ingoiate dall'istituzione per essere restituite nei casi più fortunati come cadaveri e in tanti altri come cenere. Questo il contenuto del documentario dallo stile asciutto, che non concede nulla alle facili emozioni, ma punta sulla sola forza della verità.

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