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LADISPOLI - Seguire il modello utilizzato per l'accoglienza degli ucraini per trovare una soluzione concreta e soprattutto dignitosa per i senza fissa dimora che vivono sul territorio. Riflettori puntati, in particolar modo ai tanti che negli ultimi mesi si sono accampati con auto, camper e tende, nel parcheggio dietro la stazione ferroviaria, nel quartiere Cerreto, più volte finito agli onori della cronaca per le lamentele di residenti e pendolari che hanno visto sottrarsi un importante spazio dove poter parcheggiare la loro auto. «Abbiamo stanziato in bilancio dei fondi per prendere in affitto degli immobili per dar loro una soluzione più dignitosa», ha spiegato il sindaco Alessandro Grando durante il consiglio comunale. Ma si dovrà aspettare settembre. Nel periodo estivo è infatti impossibile reperire immobili sfitti per l'ingente presenza di vacanzieri sul territorio. «Da settembre sarà sicuramente più facile trovare degli alloggi in locazione», ha aggiunto il primo cittadino. Ma l'idea del Comune non è solo quella di trasferire i senza tetto all'interno di vere e proprie case. «Al vaglio c'è un accordo con un'associazione locale, ancora da formalizzare, per seguire queste persone a 360 gradi». Contestualmente, inoltre, l'amministrazione sta cercando di coinvolgere Città Metropolitana. Il parcheggio dove insistono le roulotte dei senza tetto, è infatti di competenza della provincia. L'amministrazione starebbe cercando di coinvolgerla in quelle che saranno successivamente le spese di intervento per bonificare l'area così da restituirla agli automobilisti in cerca di un parcheggio. «Si tratta di una spesa non indifferente». Ma dall'Ente ancora nessuna risposta.
Parallelamente, sempre in tema di estrema povertà, l'amministrazione sta procedendo con l'attuazione dei progetti finanziati dal Pnrr. In questo caso si procederà con il restyling di alcuni immobili (a via La Spezia e uno in zona artigianale) dove saranno allestiti degli alloggi temporanei per chi si trova in uno stato di momentanea necessità (famiglie con uno sfratto in essere, piuttosto che senza tetto). Soluzioni all'interno delle quali si potrà alloggiare per un periodo massimo di sei mesi (salvo ovviamente delle esigenze particolari a cui far fronte). E poi c'è la stazione di posta che sarà realizzata nei locali presenti nei giardini di via Odescalchi/Via Ancona. Anche in questo caso andranno individuate associazioni del terzo settore come Caritas o Croce Rossa per cercare di aiutare le persone in difficoltà con percorsi utili alle loro esigenze. «In diversi casi ci troviamo davanti a dipendenze o patologie», ha spiegato il delegato alle Politiche sociali, Fiovo Bitti. «Serve, dunque, un soggetto del Terzo settore che li supporti».
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