TARQUINIA – Immaginate di passeggiare per le antiche strade di Roma o Atene, dove il profumo delle erbe aromatiche riempie l'aria, è qui che il viaggio del vermouth inizia, oltre duemila anni fa. I Greci e i Romani erano pionieri nell’arte di infondere il vino con erbe e spezie, una pratica destinata ad evolversi nei secoli fino a diventare il sofisticato vermouth che conosciamo oggi.

Nel IV secolo a.C., il medico greco Ippocrate creava una bevanda medicinale chiamata "vinum absinthium" utilizzando vino e assenzio. Questo preparato veniva utilizzato per trattare vari disturbi, segnando uno dei primi usi documentati di una bevanda aromatizzata con erbe.

Descrizione: Descrizione: VERMOUTH ANTICA RICETTA ORIGINALE 75 clIl vero punto di svolta nella storia del Vermouth avvenne, tuttavia solo recentemente, nel XVIII secolo nel cuore del Piemonte: Antonio Benedetto Carpano, un erborista e distillatore, nel 1786 a Torino, perfezionò la ricetta creando un vermouth che avrebbe definito lo standard per tutte le future generazioni e pose le basi per l'industria del vermouth come la conosciamo.

L'idea di un "aperitivo" come momento di relax e socializzazione prima del pasto principale cominciò a prendere forma proprio in questo periodo: nobili, intellettuali e gente comune si riunivano nei caffè e nei bar di Torino per gustare questo delizioso e profumato vino aromatizzato, accompagnato da piccoli stuzzichini.

Con l'arrivo del XIX secolo, il vermouth iniziò a diffondersi oltre i confini italiani, conquistando la Francia e poi il mondo, ma trovò la sua massima espressione nei cocktail durante l'era del Proibizionismo negli Stati Uniti. Mixologist ingegnosi lo utilizzavano per mascherare il sapore di alcool di bassa qualità, dando vita a cocktail iconici come il Martini, il Manhattan e il Negroni, che ancora oggi godono di immensa popolarità.

Oggi il vermouth sta vivendo una rinascita: il pubblico contemporaneo, sempre più attento alla qualità e all'autenticità, lo apprezza non solo come ingrediente nei cocktail, ma anche come aperitivo da gustare da solo, magari con un tocco di arancia o una spruzzata di soda.

L’Italia infatti si sta configurando sempre più come la pioniera di questo metodo di aggregazione, che è appunto l’aperitivo, esso infatti viene considerato come una vera e propria occasione di condivisione, relax e divertimento.

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Proprio per queste ragioni si intende bene il grande successo che due aziende italiane, Cinzano e la Distilleria NUMA, hanno ricevuto al San Francisco World Spirits Competition con i loro super prodotti, il 1757 Vermouth di Torino GI Rosso e il Vermouth NUMA, conquistando il titolo di migliori Vermouth al mondo.

Due eccellenze italiane pronte a conquistare il mercato e il palato degli italiani, con le loro ricette antiche e genuine, piene di storia e di passione, quella che purtroppo al giorno d’oggi manca nei prodotti industriali più diffusi.

NUMA, UN SUCCESSO CHE SI CONSOLIDA NEL TEMPO 

«Per noi italiani – affermano Mario e Franco Pusceddu – la realizzazione di un prodotto di alta qualità sembra ordinaria pratica, in realtà è frutto di antiche tradizioni, basate su un’attenta ricerca e molta innovazione, che nel tempo si sono affinate e perfezionate, conferendo oggi all’Italia il titolo di “paese delle eccellenze”».

I prodotti a marchio distilleria Numa, che quest’anno sono stati iscritti alla competizione mondiale di San Francisco sono cinque: il brandy Numa, l’Acquavite di Vino Unica, il Vermouth Numa, il gin Ginda Botanical e il gin Ginda New Level Gin.

Numa Secundus 2024, il brandy italiano dalle straordinarie percezioni organolettiche, definito dai più esperti “un viaggio sensoriale in grado di commuovere”. Nella competizione si è classificato primo assoluto, riscuotendo la medaglia Gold, il risultato ottenuto è 90/90, il migliore della sua categoria.

La vera sorpresa dell’anno tuttavia è stato proprio il Vermouth Numa, un vino rosso aromatizzato con un’antica ricetta, che alla sua prima produzione nel 2023, ha sbaragliato tutti i concorrenti, riscuotendo, anche in questo caso, il massimo del risultato 90/90, guadagnando così la medaglia d’oro. In questa sezione solo due Vermouth al mondo hanno raggiunto questo traguardo, proprio il Vermut di Torino Cinzano 1757 Rosso GI e il Vermouth Numa di Tarquinia.

Continua a far parlare di se poi l’Acquavite di Vino Unica, un distillato di vini rossi, che esce fuori dai classici schemi. Dal colore trasparente cristallino e dal sapore leggiadro e armonioso, si è distinta così tanto da vincere la medaglia d’argento: l’unica acquavite premiata al mondo.

L’acquavite di vino è un prodotto della tradizione distillatoria italiana: è pregiatissima proprio perché è frutto della distillazione di una materia prima nobile come il vino.

Tuttavia negli ultimi 30 anni in Italia questa produzione si è abbandonata, proprio in virtù della grande richiesta di vino, d’altra parte ha invece preso piede l’utilizzo della grappa, derivante dalla distillazione delle vinacce, materia di scarto della trasformazione in cantina del vino.

Tra le produzioni della Distilleria Numa, c’è anche il Gin, in questi ultimi anni, in assoluto il distillato più bevuto al mondo. Anche qui la tradizione e il legame con il territorio di appartenenza della famiglia Pusceddu ha prevalso.

Infatti per realizzare i due distillati iscritti al concorso sono state utilizzate unicamente bacche di ginepro raccolte nei boschi di Tarquinia, di proprietà dell’Università Agraria, un ente civico che con diligenza e salvaguarda protegge questo patrimonio di migliaia di ettari, preservandolo da ogni contaminazione della moderna industria. I gin presentati sono stati due, il New Level Gin Ginda, un distillato naturale dalla gradazione di 45% Vol. e il Botanical Gin Ginda, un complesso distillato dove oltre alle bacche di ginepro, completa l’armonia dei sapori un mix di otto botaniche (cumino, macis, angelica, liquirizia, chiodi di garofano, sambuco, pepe rosa e bianco spino).

Un progetto divertente e coinvolgente quello dei Gin – affermano i fratelli Pusceddu”. Questi prodotti sono il frutto di una solida collaborazione con la società Kosmos di Davide Mazzaro e del designer italo/inglese Diego Favaretto, che si occupano di gestire la parte mediatica della produzione. Per l’occasione infatti hanno disegnato due etichette, definite sensoriali: toccandole ad occhi chiusi producono sensazioni riconducibili direttamente a quel prodotto.

I due gin, nella competizione si sono fatti valere, guadagnandosi il podio malgrado i migliaia di partecipanti, riscuotendo entrambi la medaglia di bronzo.

Non c’è soddisfazione migliore –hanno detto Mario e Francodi vedere riconosciuti i molti sforzi e sacrifici spesi nel proprio lavoro. Noi siamo l’esempio che per raggiungere e oltrepassare, nel nostro caso, i propri obiettivi bastano semplicemente la perseveranza, la passione e la dedizione”.

Giorgia Pusceddu

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