Dopo l’affondo di Angelo Russo e degli architetti Alfredo Passeri e Maurizio Errigo, che hanno convocato una conferenza stampa per denunciare lo stato di degrado di molti monumenti culturali di Viterbo, in particolare la porzione di Macchina di Santa Rosa “Sinfonia d’archi” posta nella rotatoria tra Poggino e Teverina, e di tante infrastrutture al palo, l’assessore ai lavori pubblici Stefano Floris esamina una delle opere pubbliche abbandonate da decenni a Viterbo, le ex Terme Inps.

«Sulle ex Terme Inps – dice Floris – posso dire che non è una grande incompiuta ma è uno di quei progetti che aspetta di essere realizzato. C’è da riprendere in mano il discorso termalismo ma, come si sa, l’edificio di cui parliamo è in comproprietà al 50% del Comune di Viterbo e per metà della Regione Lazio. In questi mesi stiamo dialogando con la Regione per prendere la paternità o, quantomeno, trovare una via condivisa per tirare fuori insieme una svolta definitiva per quell’area che, oltre a quei locali, contiene 4-5 ettari di terreno utilizzabili a supporto delle Terme».

Una situazione difficile ma possibile e, l’assessore ai lavori pubblici Stefano Floris, pur non volendo nessuna polemica con le dure parole dei tre architetti Russo, Passeri ed Errigo, tiene a dire la sua e parte parlando di una delle principali opere che, da decenni, attendono una risposta sul riutilizzo a fini pubblici.

Quindi l’ultima novità in merito alle Ex Terme Inps: «Abbiamo fatto un sopralluogo circa 20 giorni fa - continua Floris – alle ex Terme Inps con i tecnici della Regione Lazio in cui ci siamo resi conto delle condizioni dello stabile che, ovviamente, è particolarmente fatiscente. L’investimento da fare è abbastanza importante ed il suo futuro è strettamente legato alla possibilità di utilizzare acqua: quella della sorgente Gigliola ed eventualmente quella del Bullicame».

Qualcosa si muove, quindi, ma l’assessore vuole concretezza e lavorare per fatti concludenti.

«Per ora lasciamo in sospeso il discorso acque – precisa ancora Floris – in quanto l’intervento che dovrà fare il Comune di Viterbo sulla sorgente Zitelle per il ricondizionamento delle stesse potrebbe influire in maniera positiva sul pozzo Gigliola e, quindi, le prospettive che si potrebbero aprire sono per ora sconosciute. Con un recupero importante di portata dell’acqua.

Per questo l’opera non la definirei incompiuta ma una di quelle opere a cui stiamo dando priorità e che prima o poi, durante la nostra consiliatura, riuscirà a prendere forma con un progetto interessante che possa dare prospettive al termalismo della città».

In merito al monumento di Sinfonia d’archi, la Macchina di Santa Rosa di Angelo Russo, che è stato citato come esempio del degrado dell’azione amministrativa, sia l’assessore Emanuele Aronne che Stefano Floris, sollecitati ad intervenire, preferiscono non commentare perché «rispondo con i fatti – ha detto stringatamente l’assessore alla qualità degli spazi urbani Emanuele Aronne – inutile mettere altre parole».