PHOTO
CIVITAVECCHIA – L’amministrazione è determinata a non lasciare nulla di intentato, dal punto di vista giudiziario, in una partita che, sono convinti, non è per niente chiusa e lascerebbe anche spiragli interessanti per il futuro. «Non renderemo facile la strada per chi continua ad insistere con progetti che, lo abbiamo detto e ribadito, questa città non vuole» ha sottolineato il sindaco Marco Piendibene, sostenuto da tutti i suoi assessori.
Il riferimento è alla sentenza con la quale il Tar del Lazio ha accolto il ricorso della società Lamer Costruzioni e Manutenzioni Edilizie. A marzo scorso il consiglio comunale aveva approvato la presa d’atto della dichiarazione di decadenza della societàdalla concessione dell’area di Monna Felicita, destinata ad ospitare il progetto per il biodigestore presentato da Ambyenta Lazio.
I giudici amministrativi hanno deciso di annullare gli atti amministrativi (la determinazione dirigenziale, una delibera di Giunta e la presa d'atto del Consiglio Comunale) con cui l'amministrazione comunale allora guidata dal sindaco Ernesto Tedesco aveva cercato di bloccare il progetto dell’impianto in zona industriale, che aveva ricevuto il via libera della Regione Lazio ai tempi dell'amministrazione Zingaretti, a conclusione della conferenza dei servizi che aveva approvato il progetto presentato da Ambyenta Lazio, partecipata da Edison. «Sia io che D’Antò, in campagna elettorale - ha ricordato Piendibene - abbiamo parlato con Edison, tramite Unindustria, confermando la contrarietà ad autorizzare impianti del genere. Mi sembra poco lungimirante che ci sia ancora chi insista in spregio ad una chiara volontà politica e del territorio tutto. Mi sembra strano che le società non si parlino tra loro». Scontato quindi il ricorso al Consiglio di Stato.
L’assessore Piero Alessi ha messo l’accento su un passaggio della sentenza: “la ricorrente non ha ancora ceduto o locato gli opifici in questione alla società interessata ad esercitarvi l’attività di produzione di biometano, sicché non potrebbe ravvisarsi, al momento, la violazione «delle destinazioni d’uso previste dal P.I.P.»”. Ebbene proprio quel “al momento”, a detta degli amministratori, farebbe pensare che, nel momento in cui dovesse verificarsi questa condizione, allora tutte le ragioni addotte dal Pincio sarebbero corrette. «Il perimetro nel quale ci muoviamo - ha ribadito Alessi - è quello della tutela ambientale e del lavoro, e delle energie rinnovabili. Altro non ci interessa».
Con l’assessore all’Ambiente Stefano Giannini che ha evidenziato come «i rifiuti di Roma non arriveranno a Civitavecchia, soprattutto per eventualicombustioni» e che sarà necessario pensare alla chiusura del ciclo dei rifiuti sul territorio, limitatamente al comprensorio, per un bacino di circa 300mila persone.
©RIPRODUZIONE RISERVATA