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Nel 2019 Vienna ospiterà i ministri Ue dei Trasporti, dell’Ambiente e della Salute con l’obiettivo di adottare un Piano paneuropeo per la mobilità ciclabile. Una decisione che testimonia come l’attenzione per i temi della mobilità ciclabile e pedonale si stia traducendo in azioni politiche, tanto che l’obiettivo “è quello di creare un network internazionale di persone che hanno la responsabilità della ciclabilità nei vari Paesi europei”, spiega Francesca Racioppi, dell’ufficio Europa dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. Ma cosa ha a che fare l’Oms con la ciclabilità? Un milione di morti l’anno, solo in Europa: a tanto ammontano, per l’Organizzazione Mondiale della Sanità, le vittime di una insufficiente attività fisica. Spostarsi regolarmente a piedi e in bicicletta per 150 minuti a settimana con attività fisica di intensità moderata, riduce per gli adulti tutte le cause di mortalità di circa il 10%. Realizzare infrastrutture urbane dedicate alla mobilità ciclabile e pedonale rappresenta quindi un investimento non solo in qualità della vita, ma anche in benessere. Succede già a Londra con il Programma ‘Strade Sane’ che punta a riconquistare uno spazio pubblico a misura di uomo, aiutare le persone a muoversi meglio e in un ambiente più salubre. E in Italia? «La bicipolitana di Pesaro ‘trasporta’ ogni giorno 60mila passeggeri, quattro volte il numero degli utenti della metropolitana di Brescia. E’ la testimonianza dell’importanza infrastrutturale della mobilità ciclopedonale, non solo come occasione di svago, ma come modo per ripensare le infrastrutture del nostro Paese», spiega Alberto Fiorillo, responsabile Aree urbane di Legambiente. Pesaro, con la sua Bicipolitana lunga 85 km, ha puntato su un sistema che tratta le bici come un vero e proprio treno metropolitano con tanto di fermate e linee che si intersecano e collegano diversi quartieri. Ma per una infrastruttura già realizzata, come quella di Pesaro, «ce n’è una da realizzare che è il nostro progetto del Grab (Grande Raccordo Anulare delle Bici per Roma, ndr) - continua Fiorillo - che potrebbe veder pedalare a Roma 1 milione e 150mila residenti, 606mila turisti stranieri e un numero ancor maggiore di turisti italiani». Rovescio della medaglia: secondo il XIII Rapporto sulla qualità dell’ambiente urbano del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (Snpa), che quest’anno dedica proprio un focus al tema ‘Città a piedi’, la qualità dell’aria delle nostre città al momento non lascia ben sperare. I livelli di Pm10 restano ancora oltre la norma in molte città italiane: al 10 dicembre 2017, il valore limite giornaliero è stato oltrepassato in 34 aree urbane, gran parte di queste localizzate nel bacino padano. Torino è la città con il numero maggiore di superamenti giornalieri (103). Certo che il traffico non aiuta, né la tipologia del parco auto circolante: in Italia ci sono quasi 10 milioni di auto da euro 0 a euro 2, sugli oltre 37 milioni totali. Nel 2016, è Napoli a presentare la quota più alta (28,3%) di auto intestate a privati appartenenti alla classe euro 0, contro una media nazionale del 10,1%.