Il successo di Emanuela Mari, con l’elezione in consiglio regionale frutto di oltre 16.000 preferenze, è stato studiato a tavolino nei minimi dettagli. E parte da lontano, nonostante solo lo scorso 25 settembre la stessa Mari fosse risultata la prima dei non eletti nel plurinominale del Senato, in Forza Italia.

La scelta più naturale sarebbe stata quella di candidarsi alla Pisana nel suo partito di sempre, quello di Silvio Berlusconi. Invece la coppia Mari-Romagnuolo ha fatto all-in, trovando la compiacenza di Fratelli d’Italia che ha consentito in un colpo solo all’ingresso nel partito e alla candidatura, grazie alla pressione in tal senso del capogruppo meloniano in Campidoglio Giovanni Quarzo. Il resto è frutto di un accordo di ferro con lo stesso Quarzo, con Gramazio e con Bertucci, che hanno convogliato sulla presidente del consiglio comunale di Civitavecchia ben 13.400 voti che si sono aggiunti ai 2.770 che Mari è riuscita a raccogliere con le proprie forze nel comprensorio fino a Cerveteri e Ladispoli.

Una operazione da applauso, che come si diceva parte da lontano. Una operazione compiuta lasciando vittime (politiche, si intende) sul terreno e trovando nuovi alleati strada facendo.

La vittima principale si chiama Roberto D’Ottavio, che da coordinatore di Forza Italia e poi anche da assessore ai Lavori Pubblici ha sempre ascoltato e assecondato Romagnuolo, il regista della coppia, divenuto politicamente impresentabile per le proprie vicende giudiziarie, ma elettoralmente ancora più forte grazie anche al sostegno incondizionato di D’Ottavio, che ha sempre sperato di poter far coppia in Forza Italia con Mari, rimanendo invece azzoppato e chiudendo in modo inglorioso non solo la competizione elettorale, ma probabilmente anche l’esperienza civitavecchiese, visto che la sua seconda destituzione da assessore pare inevitabile.

Tra gli alleati non ci sono solo i consiglieri comunali, a partire da Perello, che non ci ha pensato un momento a scaricare D’Ottavio, per nominarne il successore, fino a Cacciapuoti, che ha a sua volta rotto la fratellanza con Dimitri Vitali, ma anche i vecchi amici di An che Paolo Iarlori ha riportato in FdI: da Roberto Passerini, rientrato dall’esilio dove lo aveva scacciato lo stesso Iarlori appropriandosi del suo circolo, a Claudio La Camera.

E soprattutto, il mentore dei coniugi: l’ex sindaco Alessio De Sio, che improvvisamente è tornato a occuparsi da vicino di Civitavecchia e di elezioni «per amore della mia Città , per desiderio di offrire il mio piccolo contributo e per dare modo di aprire anche alla Pisana una prospettiva di Governo per Civitavecchia».

Insomma, dichiarazioni tipiche di chi sta per (ri)scendere in campo in prima persona. Il Pd e il M5S ormai tramortiti ringraziano per l’ennesimo tentativo di rianimazione, dopo i regali di Tedesco.

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