CIVITAVECCHIA - Si allunga la serie di promozioni in Csp, e con esse continua a lievitare la spesa del personale.

Nei mesi scorsi, come già riportato dalla Provincia, sono state sottoscritte circa 25 conciliazioni e il numero ha toccato quota 30 la scorsa settimana, con altri scatti di livello “pre-elettorali”.

Il riferimento - oltre che al periodo di campagna elettorale per le ormai imminenti regionali - è soprattutto per altri parenti di esponenti politici a cui in questo caso sono stati riconosciuti degli avanzamenti contrattuali, o per un candidato alle ultime elezioni amministrative comunali (che peraltro potrebbe a breve anche entrare in consiglio, qualora si registrassero delle dimissioni dopo il 13 febbraio a seguito dell’esito elettorale).

Quest’ultimo è il caso più clamoroso, sia per come è stata gestita la questione dal responsabile del personale di Csp Paolo Iarlori (a sua volta coordinatore di un partito politico a livello locale) che ha sottoscritto l’accordo insieme al presidente dell’azienda, Fabrizio Lungarini.

Al dipendente in questione sono stati infatti riconosciuti ben 3 livelli contrattuali in più dell’attuale a fronte di una semplice lettera del lavoratore all’azienda, senza necessità di aprire formalmente alcun contenzioso in sede giudiziale.

Non si vuole entrare nel merito delle ragioni del dipendente, ma non si può al tempo stesso non evidenziare come ci siano stati casi trattati in modo certamente diverso, con l’apertura di lunghe e costose cause dinanzi al giudice del lavoro, prima di giungere, quasi sempre dopo una sentenza, al riconoscimento di quanto chiesto dai ricorrenti.

La spesa del personale, soprattutto di quello amministrativo, continua dunque ad essere il peso maggiore in termini di costo assoluto (circa 1,8 milioni per i soli amministrativi), di limitazioni alla produttività e quindi all’efficienza dell’azienda. Un peso che di fatto pone seri dubbi anche sulla congruità dei corrispettivi dei contratti di servizio in capo a Csp, a partire da quello dell’igiene urbana, dovendo la tariffa a carico dell’utenza essere determinata con il puro ribaltamento dei costi diretti operativi, in cui di certo non rientra l’ammontare dei costi amministrativi.

Non a caso il consiglio comunale, in occasione della recente nuova ricapitalizzazione da 2 milioni di euro, ha deliberato autorizzando il ripianamento della perdita a condizione della “riduzione del costo complessivo del personale amministrativo, in continuità con la delibera 78”. Un indirizzo che oggi appare disatteso, a vantaggio di chi beneficia di avanzamenti di carriera e del perdurare di quella che a suo tempo fu definita la “parentopoli” degli interinali.

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