VIGNANELLO – A Vignanello al via stasera alle 21 i festeggiamenti in onore di Santa Giacinta Marescotti.

Il nuovo vescovo Marco Salvi presiederà la III edizione della “Uscita di Santa Giacinta dal Castello Ruspoli”, con l’offerta del cero in atto di affidamento della città di Vignanello. Lo rende noto don Giancarlo Palazzi. A seguire il vescovo Salvi prenderà parte alla solenne concelebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Mario Grech, segretario generale del sinodo dei vescovi. Al rito e alle sante messe di Santa Giacinta è connessa la grazia Giubilare dell’Indulgenza Plenaria alle solite condizioni e disposizioni spirituali.

Giacinta (al secolo Clarice) Marescotti (nata a Vignanello il 16 marzo 1585 e ritornata al padre a Viterbo il 30 gennaio 1640) è stata una religiosa italiana appartenente al terzo ordine francescano. Figlia del conte Marcantonio Marescotti e di Ottavia Orsini, contessa di Vignanello (il cui padre aveva realizzato il Parco dei Mostri di Bomarzo), studiò, assieme alle sue due sorelle Ginevra e Ortensia, al convento di San Bernardino a Viterbo. Clarice era molto attratta dal giovane Paolo Capizucchi, ma egli chiese la mano della sorella minore Ortensia. Clarice ne rimase sconvolta e dopo qualche settimana decise di raggiungere la sorella Suor Immacolata al convento di San Bernardino. Lì prese i voti, adottando il nome di Suor Giacinta. Fu una vocazione soltanto esteriore: in convento suor Giacinta tenne atteggiamenti contrari alla disciplina della devozione. Anziché vivere in una cella, si fece arredare un intero appartamento nello stile delle sue stanze a Vignanello ed era servita da due giovani novizie. Condusse vita mondana e licenziosa fino al 1615, quando, in seguito ad una malattia, entrò in una crisi spirituale: si ritrovò sola e gridò forte: «O Dio ti supplico, dai un senso alla mia vita, dammi la speranza, dammi la salvezza!».

Era profondamente sincera e Dio la ascoltò. Si convertì e si diede ad esercizi di penitenza e di perfezione cristiana. Lei stessa donava tutto quel che riceveva ai poveri e il suo esempio fece ritornare alla fede anche molti che si erano allontanati. Giacinta morì nel 1640 e subito fu venerata dalla gente tra i santi, in particolare tra quelli che erano stati grandi peccatori, poi convertiti dalla grazia.

Durante la sua veglia funebre tutti vollero portarsi via un pezzetto della sua veste per conservarlo come reliquia e così il suo corpo dovette essere vestito tre volte. Sarà papa Pio VII a canonizzarla nel 1807.

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