GIAMPIERO ROMITI

Eh sì, è proprio il caso di dire che a questa latitudine succede tanto, anzi tantissimo. E se rende meglio l’idea, aggiungiamo: succede di tutto di più e al tempo stesso di meno. Schizofrenia allo stato puro? Chissà. Lasciamo la risposta su cos’è che offre e mostra la città a chi divora i mezzi di comunicazione e soprattutto vive la quotidianità.

Le notizie strabilianti impazzano. Ce ne siamo già occupati e non c’è tregua. Proprio di recente Radio Pincio ha estasiato con l’annuncio ridondante che la vastissima area tuttora occupata dallo stabilimento dell’Italcementi diventerà il Central Park di casa nostra. Bene, benissimo, eccezionale veramente. Un’oasi da sturbo che, giurano i nostri governanti, diventerà un’attrazione irresistibile ed un gioiello di inestimabile valore. Goduria alle stelle, attesa spasmodica, già non si sta nella pelle al pensiero stupendo (copyright Patty Pravo) di trovarsi immersi in questo Paradiso. E, ammettiamolo, ci sta di provare sensazioni del genere. Essenzialmente perché agghindarsi di ottimismo fa pure bene alla salute e quindi evviva il Pnrr, che con le sue vagonate di euro permette all’intera comunità di sognare ad occhi sbarrati. Che sono gli stessi, però, che tantissimi cittadini sgranano di fronte a situazioni che purtroppo (e fatalmente) fanno a cazzotti con i trionfalistici messaggi “sparati” a ripetizione. D’accordo, nessuno ha la bacchetta magica per far cambiare di punto in bianco i connotati a tutte le zone che, per come saranno migliorate, nelle intenzioni dell’establishment diverranno incantevoli. Ripetiamo, d’accordo. E ci mancherebbe che lo sguardo non debba allungarsi in un futuro radioso, ma se si posasse financo sul presente non sarebbe male. Per scoprire cosa? Be’, quel “di meno” che succede.

Prendiamo ad esempio la giornata di sabato scorso (21 gennaio). Ebbene hai in mano il giornale (La Provincia) e resti allibito: prima pagina, sei colonne di apertura, occhiello: “Centro e periferie, si moltiplicano le segnalazioni dei cittadini”; titolo: “Una città prigioniera del degrado”; catenaccio: “Erbacce, buche e immondizia in via dell’Ottimo Consiglio: servono soluzioni”. Il pezzo tra l’altro rimarca: “Il marciapiede è diventato impraticabile, una condizione che non è certo degna di un paese civile”. Da quelle parti, insomma, semmai ti capitasse (forse a chi dovrebbe occuparsi della pulizia, dello sfalcio e di tutto il cucuzzaro, che viene più che generosamente pagato dai contribuenti, non frega una mazza se lì si debba passare ?) di essere un pedone non hai la certezza dell’incolumità.

Altro giro e altra situazione aberrante : la Zona Industriale. C’è qualcuno, tra i signori abitualmente spaparacchiati sulle soffici poltrone della stanza dei bottoni, che percorre con la propria auto la strada che porta nel cuore della suddetta Zona? Certamente no altrimenti capirebbe perché il livello delle proteste tocca le nuvole e maledirebbe il momento in cui s’è messo al volante.

Quindi? Semplice: è insopportabile che ai cari (sic!!!) amici (arisic!!!) nominati poco fa non pas
si nemmeno per l’anticamera del cervello di asfaltare quell’importantissima arteria.

Non finisce qui e tra i vari articoli che hanno caratterizzato la giornata dello scorso 23 gennaio s’è distinto quello apparso sul telematico BigNotizie, così presentato: “Il Polo progressista attacca: “Nubi in eccesso dalla Centrale”. Quanto mai interessante, poi, l’attacco del testo: “Durante la giornata di domenica (passata – ndr-) si è innalzato un enorme pennacchio nero, prodotto dalla centrale a carbone di Tvn. Dopo 70 anni di disastro ambientale e sanitario l’incubo dell’inquinamento persiste e stritola un territorio che, a quanto sembra, dovrà continuare a pagare il pesante tributo a cui ormai siamo abituati”. E in conclusione: “Chi deve proteggere questa comunità se non coloro che sono stati votati per farlo? Riteniamo pertanto che il Sindaco debba immediatamente attivarsi per capire se Enel stia operando nei limiti del consentito, allargando il controllo a giornate non solo come domenica, ma a partire dalla data in cui il decreto governativo ha permesso di massimizzare la produzione di energia delle centrali a carbone”.

Richiesta legittima ancorché accorata. Rivolta al massimo responsabile della condizione di salute pubblica ovvero all’esimio avvocato Tedesco il quale, sicuramente in altre faccende affaccendato (e, chissà, ritenute più importanti…), a quanto risulta non ha ancora trovato il tempo di rispondere e mettere in fuga gli assillanti dubbi degli esponenti del succitato Polo Progressista.

E per finire, a tradire le speranze di coloro che attendevano come la manna dal cielo la lietissima novella del via ai lavori per il Marina Yachting, è arrivato (come un’inaspettata tegola tra capo e collo dei promotori della stupenda iniziativa di dotare Civitavecchia di un capolavoro capace di farle assumere una dimensione planetaria) il miliardesimo rinvio (stavolta di 30 giorni, in base a quanto deciso nella conferenza dei servizi) dovuto all’approfondimento di alcuni aspetti e delle prescrizioni legate ai materiali da utilizzare per gli edifici a servizio dell’intera struttura.

Se si pensa che è dal 2015 che il “Marina” aspetta di varare, si fa sempre più martellante il sospetto che “approfondimento” faccia rima con affondamento di un piano semplicemente stellare. Esagerazione o addirittura assurdità? Massì, è proprio il caso di augurarselo per il bene della città. Buon tutto a tutti.

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