Giovanni Masotti

Un'altra sfida che sa di sogno quella che ha coraggiosamente ingaggiato la "città che muore", ma che di morire non ha proprio nessuna voglia e che -nel dopo Covid - è stata letteralmente invasa dai turisti. Civita Bagnoregio, ormai conosciuta un po' in tutto il mondo, composta da due parti unite esclusivamente da uno spericolato ponte pedonale in cemento armato che giunge su all' impervia rocca tufacea in bilico sul vuoto, ha colto nei giorni scorsi un ulteriore successo. E' in finale tra le dieci città - quasi tutte più grandi di lei - che concorrono per aggiudicarsi il prestigioso titolo di capitale italiana della cultura 2025. Un fiero traguardo che si deciderà a partire dal prossimo marzo, quando verranno presentati all' apposita commissione del Ministero della Cultura i progetti delle dieci prescelte per l'agognata finale. Una lotta che si preannuncia appassionante, in cui Bagnoregio investirà tutta la sua magia.Dunque, sindaco Luca Profili, qual è la vostra ricetta vincente, quella che inserisce bagnoregio tra le favorite per il titolo di capitale italiana della cultura?«Credo che il grande lavoro svolto in questi anni abbia costituito una spinta a cimentarsi in questa nuova avventura, forti dell'impegno speso per la candidatura Unesco. Non so se esista una ricetta specifica, sicuramente la bellezza e la storia della nostra città è un valore assoluto senza il quale non avremmo potuto fare nulla. C'è una cosa che mi sorprende sempre, è la capacità di questa terra di conservare la sua storicità, ma allo stesso tempo di sapersi proiettare nel futuro, resistendo alle avversità di qualsiasi genere». Quando è cominciata questa ennesima sfida, la chiamerei quasi un azzardo, si aspettava che bagnoregio riuscisse ad arrivare fino in fondo?«Questa sfida, come l' ha definita lei, è iniziata nella primavera scorsa, quando abbiamo comunicato la nostra disponibilità iniziando poi a lavorare subito al dossier. Sapevamo che metterci in lizza era duro e complesso (basti pensare, per fare un esempio, che sono rimaste fuori dalla “top ten” persino grandi realtà come Reggio Calabria), ma questo luogo, il nostro luogo, ormai non mi sorprende piu' e sa regalarci sempre nuove e impreviste emozioni».Che cosa distingue, che cosa rende vincente il marchio bagnoregio agli occhi di tutto il mondo o quasi?«È vincente perché rappresenta un tesoro enorme che l' Italia ha tra le mani: i borghi. Luoghi destinati all' abbandono, che invece non solo hanno avuto tenacemente la capacità di resistere e reagire, ma anche quella di diventare mete turistiche tra le più visitate del paese».Giungere a diventare capitale italiana della cultura è un miraggio per Bagnoregio o la ritiene una possibilità realistica?'«Da quando sono sindaco, tengo bene impressa nella mente la frase di un giornalista americano che scrisse 'una città non si misura dalla sua lunghezza o larghezza, ma dall' ampiezza della sua visione e dall' altezza dei suoi sogni '. Quindi sognare non costa nulla e ci proveremo fino alla fine. Il lavoro che abbiamo fatto resterà comunque una mappa per seguire il futuro della città».Sindaco, di che cosa è più orgoglioso nell' ambito di questa emozionante avventura che bagnoregio sta vivendo?«Vedere, lo accennavo anche prima, che la mia è una città che sa orgogliosamente resistere alle difficoltà, che non si lamenta ma lavora per costruire e non per distruggere e soprattutto che lo fa con coraggio. Insomma, direi che l' orgoglio maggiore è lo spirito che siamo riusciti a creare in questi anni».Quanto incide un' economia virtuosa al fine di scalare l' arduo traguardo di diventare capitale italiana della cultura?«Non credo che questo sia uno dei punti decisivi su cui vengono fatte valutazioni per assegnare il titolo di capitale italiana della cultura. Sicuramente, comunque, un' economia in salute aiuta la città a vivere con maggiore serenità il quotidiano e quindi a lavorare bene, programmando e non rincorrendo i problemi che si presentano. E questo è fondamentale per le prospettive del nostro futuro, prossimo e meno prossimo».Insomma, Bagnoregio ci mette tutto - cuore e cervello - per puntare sempre più in alto. E l' intera Tuscia benedice il suo sforzo.