Si è tenuto presso la Neurochirurgia dell’ospedale Belcolle il corso “Dbs live surgery”.


E’ stato suddiviso in una sessione teorica e una sessione in cui i partecipanti (due neurochirurghi e un neurologo proveniente da un altro centro italiano) hanno assistito all’intervento di stimolazione cerebrale profonda in un paziente con malattia di Parkinson, entrando in sala operatoria. I discenti hanno avuto la possibilità di seguire tutti le fasi salienti dell’intervento chirurgico potendosi confrontare con il team viterbese. Il corso, organizzato da Riccardo Antonio Ricciuti, direttore dell’unità operativa di Neurochirurgia e del dipartimento di Neuroscienze e organi di senso dell’Asl, ha ottenuto il patrocinio della Sinch (Società Italiana di Neurochirurgia), di cui lo stesso Ricciuti è responsabile della sezione di Neurochirurgia funzionale per il secondo mandato. «La Neurochirurgia di Viterbo – commenta il direttore dell’unità operativa -, è da diverso tempo centro di riferimento per la terapia chirurgica dei pazienti con malattia di Parkinson. Da un punto di vista tecnologico, è da sempre all’avanguardia grazie all’utilizzo di tecniche avanzate chirurgiche e di imaging. Inoltre, il nostro gruppo collabora ormai da cinque anni con la Neurologia del Campus Biomedico diretta dal professor Vincenzo Di Lazzaro. In particolare, con Massimo Marano, neurologo dedicato alla gestione dei pazienti con disturbi del movimento e massimo esperto, nonostante la sua giovane età, della malattia di Parkinson». «La malattia di Parkinson – conclude Ricciuti - è un disturbo di natura degenerativa che compromette principalmente le funzioni motorie ed è caratterizzata da tremore, rigidità e dalla difficoltà della scioltezza dei movimenti. Tali aspetti generalmente controllati in una prima fase dalla terapia medica, diventano scarsamente responsivi durante il corso della malattia, quando compaiono movimenti ripetuti involontari, le discinesie e frequenti blocchi motori. In questa fase, l’intervento chirurgico di stimolazione cerebrale profonda di nuclei all’interno del cervello può migliorare in maniera importante la qualità della vita del paziente e di conseguenza dei suoi familiari. È necessario affidarsi a un team multidisciplinare esperto del trattamento di tali malattie, composto dal neurologo e dal neurochirurgo. In fase operatoria è inoltre necessario l’intervento di un anestesista capace di condurre l’intervento con paziente vigile e collaborante».