All’interno del lavoro stipulato per prevenire possibili lesioni in uno sport di contatto, al di fuori delle protezioni, la migliore condizione fisica possibile è intesa come fondamentale.


Un corretto allenamento fisico previene la maggior parte dei possibili infortuni che possono verificarsi per questo tipo di sport, mentre l’allenamento e la forza possono migliorare la competizione.


Ed eccoci alla terza puntata della rubrica “Punto & Virgola” del Rugby Civitavecchia abbiamo il piacere di ascoltare e conversare con il dottor Giuseppe Diana, preparatore fisico dello staff atletico del Rugby Civitavecchia.


Prevenzione degli infortuni e gestione dei rischi, secondo la sua esperienza è attuabile in un atleta di rugby e in particolare del Crc?


«Assolutamente si. La prevenzione degli infortuni rappresenta un tema fondamentale per la salute dell’atleta. Questo avviene attraverso una serie di elementi tra i quali screening fisico con l’utilizzo di questionari generali ad inizio stagione e specifici settimanali. Attraverso una corretta gestione dell’alimentazione, corretta somministrazione dei carichi di lavoro in palestra e in campo, gestione del riposo fondamentale per il recupero ma soprattutto per permettere al corpo di ricostruire le fibre sotto stress durante gli allenamenti. In generale e anche per gli atleti del Crc. Dovrebbe essere attuata per ridurre al minimo i rischi di infortuni».


Una preparazione corretta e adeguata può tramutarsi in una percentuale numerica per prevenire lesioni e traumi nel rugby?


«Si ed è insieme agli altri fattori che esprimevo, alla base della gestione dell’atleta di qualsiasi categoria. Attraverso una corretta gestione si possono ridurre anche del 50% rispetto alla categoria di riferimento.

Il rugby è uno sport di contatto quindi traumi e lesioni sono normali. La differenza che possiamo fare noi preparatori, tecnici e sanitari è ridurli».


Nel rugby giovanile di un atleta del Rugby Civitavecchia ci sono differenze tra un adolescente e un ragazzo nella preparazione fisico-atletica? Dove trova più difficoltà in queste categorie nell’esporre gli esercizi che servono alla prevenzione di infortuni?


«Si ci sono differenze legate ad un discorso di crescita, ogni età ha delle specificità che devono essere conosciute per gestire al meglio le sedute di allenamento. Sinceramente per esperienza non c’è difficoltà in una o altra categoria, tutti dai piccoli ai più grandi fino agli adulti hanno le loro caratteristiche fisiche e di apprendimento , la differenza sostanziale sta nel rapporto: fargli capire la Metodologia di prevenzione , vari esercizi, come dialogare con loro, quando inserire determinati argomenti; deve essere fatto in maniera graduale e in base alle loro capacità di apprendimento e gestione. Per i più piccoli attraverso consigli e regole semplici per inserire nel tempo azioni più “difficili” e tecniche dei più grandi . Anche questo è un processo di crescita».


Un tempo si consigliava innanzitutto un periodo di riposo, soprattutto in fase acuta dopo un trauma o lesione. Attualmente invece, alcune evidenze scientifiche suggeriscono di iniziare il prima possibile un programma di rinforzo muscolare. Lei cosa suggerisce agli atleti biancorossi?


«Argomento quello dell’infortunio da trauma o da lesione che andrebbe trattato in maniera ampia e specifica perché ci sono differenze tra trauma e lesione. Ogni tipo di trauma o lesione ha le sue caratteristiche e peculiarità , la procedura di gestione nell’immediato e nel post, quello di terapia e di intervento, in caso di necessità, chirurgico e i tempi di guarigione. Sicuramente iniziare il prima possibile un processo di ripresa e di rinforzo muscolare dopo la fase acuta è fondamentale per ritornare in campo in condizioni ottimali e soprattutto per evitare una ricaduta o altro infortunio».


Arriviamo ad un punto: esiste un allenamento funzionale o tutti gli allenamenti sono funzionali ad uno scopo. L’esercizio è semplicemente un mezzo per arrivare ad un fine?


«Ogni allenamento/esercizio ha la sua funzionalità e il suo scopo. La cosa importante e fondamentale è avere le competenze per capirlo, gestirlo, spiegarlo in modo corretto in base alle caratteristiche fisiologiche e di apprendimento quindi un tema soggettivo. Ogni allenamento ha le sue peculiarità e fa parte di un progetto di crescita del ragazzo/a che lo porterà ad essere un atleta e un uomo o una donna un domani. Vorrei concludere con una indicazione. Non si deve avere paura a praticare lo Sport del Rugby. Praticare questo sport quotidianamente, assieme ad una dieta indicata dal medico specialista, ti aiuta a condurre una vita sana».


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