CIVITAVECCHIA - «Dopo aver dato seguito solo in parte e con ritardo alla delibera 78, e aver fatto lievitare la spesa del personale, oggi l'amministrazione si accinge a chiedere al consiglio comunale di mettere altri 2 milioni di soldi pubblici in Csp».

Lo dice il capogruppo della Svolta Fabiana Attig che interviene sulla partecipata cittadina e sul suo futuro che in ogni caso peserà ancora sulle casse comunali.

«Sono 2 anni – tuona - che, come gruppo politico, andiamo dicendo che Csp sarebbe andata incontro al baratro. Infatti, dopo l'esclusione dalla Giunta dell'ex vicesindaco e assessore alle Partecipate Massimiliano Grasso e l'estromissione dalla maggioranza di Fdi e La Svolta e la superficialità con cui l'amministrazione aveva ripreso da subito a gestire la sua società, il triste epilogo è servito. In gran silenzio l'assessore Barbieri ha presentato quella che forse è la sua vera prima proposta di delibera lo scorso 9 settembre. Oggi, dopo 3 mesi di silenzio, la delibera arriva in commissione per essere calendarizzata in consiglio entro fine anno: una delibera con cui di fatto si chiede ai consiglieri comunali di autorizzare di erogare a Csp altri 2 milioni di euro in denaro, di derogare al blocco delle assunzioni previsto con la delibera 78 e di tornare indietro sull’abominio commesso per il servizio del portierato e di assistenza al teatro Traiano, ammettendo di fatto agli errori commessi finora che hanno portato a contenziosi in prima battuta già persi dal Comune, reinternalizzando nell'ente i servizi stessi. La società ha presentato l'aggiornamento del piano di ristrutturazione aziendale, e oggi cerca di beneficiare anche del risparmio derivante al comune dalla chiusura dei concordati di Hcs e Ippocrate. Siamo stati i primi, tra il 2019 e il 2020, a lavorare affinché Csp fosse risanata e messa in sicurezza. Quando l'obiettivo venne raggiunto, con un piano che prevedeva una ricapitalizzazione complessiva da oltre 5 milioni di euro, di cui solo 500mila euro in denaro e con il resto con il conferimento di mezzi e immobili già di fatto in uso alla società, senza che fossero stati valorizzati "perdendo" così asset in bilancio per più di 4 milioni di euro. Ci ricordiamo quando in consiglio una parte della maggioranza scatenò una bagarre esprimendo tutti i possibili timori per l'accensione di un finanziamento bancario che sarebbe stato in quel momento interamente garantito dallo Stato e che avrebbe consentito a Csp di uscire dalla crisi e di riacquistare un equilibrio anche finanziario con i propri creditori».

Attig ricorda che «il consigliere Perello esibì addirittura un parere di un luminare del diritto senza che poi si sia mai saputo né chi avesse formalmente richiesto quel parere a nome del Comune, né chi lo avesse pagato. Perello scomodò anche la memoria del professor Caffè per rappresentare tutte le possibili criticità derivanti dalle società partecipate dai comuni. La delibera insomma passò tra mille difficoltà e poi venne messa da parte, subito dopo l'estromissione del vicesindaco Grasso, vero regista di tutta l'operazione, concepita per salvare Csp, i dipendenti e i conti del Comune, efficientando i servizi pubblici a beneficio della cittadinanza».

Attig si chiede perché in questi mesi non si sia dato seguito al piano di razionalizzazione della raccolta differenziata, che avrebbe consentito di non ricorrere più agli interinali, «che invece sono aumentati? Perché le spese del personale hanno continuato a crescere, nonostante un emendamento del consigliere Mecozzi di cui ci si ricorda solo ora per i farmacisti? Perché i costi degli amministrativi non sono stati più correlati a dei servizi da svolgere per il comune? Perché il verde – incalza ancora il capogruppo della Svolta - è stato reinternalizzato e oggi continua a costare al Comune un occhio della testa visto che la maxi gara è stata fatta solo poco tempo fa dopo una serie di affidamenti ponti da centinaia di migliaia di euro? Perché i cimiteri continuano a cadere a pezzi e ancora non è stata trovata una soluzione di gestione della società? Perché si continua a procedere con promozioni, scatti di livello e “comode” conciliazioni che in molti casi avrebbero potuto essere gestite diversamente? Perché si è impiegato quasi un anno per rivedere l'accordo definitivo sulla linea porto-stazione? A queste ed altre domande dovrà rispondere non solo il consigliere Perello ma tutta la maggioranza chiamata ad approvare in fretta e furia e nel silenzio totale, una delibera – sottolinea Attig - senza la quale tra meno di un mese Csp dovrebbe essere messa in liquidazione, riportando una perdita da un milione di euro, che può essere tappata solo con una nuova super iniezione di denaro pubblico che invece si sarebbe potuta e dovuta scongiurare, quando si disse che l'intervento strutturale della delibera 78 sarebbe comunque dovuto essere l'ultimo».

Dura la conclusione del consigliere d’opposizione Attig secondo cui «oggi questo è l'ennesimo atto, di enorme importanza, non solo politica, che il sindaco Tedesco e la sua maggioranza portano alla chetichella, senza nessun tipo di confronto».

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