ROMA - Decine di coltellate su ognuna delle tre donne uccise. E un quadro di esagerata violenza quelli che emerge dai primi risultati dell’autopsia eseguita sui corpi delle tre donne uccise la scorsa settimana nel quartiere Prati a Roma. Le coltellate, secondo quanto emerso dall’esame autoptico eseguito al policlinico Gemelli, sono state inferte in più parti del corpo, oltre che al collo e al torace, anche alla testa. Non è ancora chiaro se le ferite siano state inferte con la stessa arma, che non è ancora stata trovata. In carcere accusato per il triplice omicidio c’è Giandavide De Pau.

Intanto, secondo quanto accertato dalla polizia due delle tre donne uccise il 17 novembre nel quartiere Prati a Roma erano irregolari sul territorio italiano. Secondo le verifiche effettuate, Marta Castano Torres, la donna colombiana uccisa nell’appartamento di via Durazzo e Yang yun Xia, la 45enne cinese uccisa nell’appartamento di via Riboty erano irregolari sul territorio italiano. L’atra donna cinese, la 55enne Li yan Rong era invece regolare.

Gli inquirenti nel frattempo sono al lavoro sui tre omicidi avvenuti il 17 novembre nel quartiere Prati di Roma, valutano in queste ore quali siano stati i margini di pianificazione dei tre delitti e se Giandavide De Pau si sia recato dalle vittime con intento omicida. Ad avvalorare l’ipotesi ci sono le immagini delle telecamere di sorveglianza che mostrano De Pau con il volto travisato da mascherina e cappuccio, nei pressi della casa delle vittime. A ciò si aggiunge il video sullo smartphone dell’uomo, che attivò la registrazione pochi istanti prima di uccidere le due prostitute cinesi.

«In Italia ci sono ancora diversi assassini seriali in attività. Pensiamo al killer di Asti, che ha ucciso quattro prostitute. Oppure al mostro della strada statale 10, in Piemonte, che ne ha uccise due. E ancora, l’assassino delle nigeriane, che uccide solo prostitute africane o il killer dei pensionati che ha già mietuto cinque vittime nel centro Italia. C’è poi il mostro di Udine, a cui sono stati attribuiti sedici omicidi, tra il 1971 e il 1991». A ricordarlo è l’avvocato criminalista e scrittore noir Gianluca Arrighi parlando del triplice femminicidio avvenuto in zona Prati, a Roma. «Siamo di fronte a un individuo che sembrerebbe aver agito in preda a un raptus di cieca violenza, un uomo con precedenti psichiatrici e in cura al Sert per dipendenza da cocaina». Aggiunge Arrighi.

Guardando alla sfera psicologica, «nella maggior parte dei casi, i serial killer di prostitute - sottolinea - sono uomini affetti da gravi disturbi della sfera sessuale che derivano da un background familiare problematico, caratterizzato da violenza e carenze affettive. Sono quasi sempre individui ossessionati dal controllo totale sugli oggetti del loro desiderio, controllo che non riescono ad avere nel mondo reale, dove sono spaventati dal potere della donna»