Quando si parla di Olimpiadi vengono subito alla mente le gare di corsa, di nuoto, partite di calcio, pallavolo o pallacanestro.


Mai penseremmo a gare di ars oratoria, poesie, pittura o scultura. Eppure, le Olimpiadi antiche erano composte anche da queste competizioni.


L’intelletto era pari allo sforzo fisico, e i maggiori filosofi e letterati si sfidavano per la vittoria, cercando di arrivare all’immortalità del proprio nome, donata a chi vinceva le Olimpiadi. Ma non bisogna dimenticare che vi erano diverse competizioni nella Grecia antica.


I Giochi Olimpici erano accompagnati anche dai Giochi Panatenaici, Pitici o Delfici, Nemei e Istmici, i quali erano molto importanti per gli atleti, di qualsiasi tipo.


Fu solo grazie alla presenza del Monte Olimpo che i Giochi Olimpici furono gli unici che sopravvissero al trascorrere del tempo.


Tutte queste competizioni avevano al loro interno anche gare di musica e ciò è rintracciabile, oltre che dai racconti nelle opere di Plutarco, Pausania e Filostrato, anche da due piccole anfore Panatenaiche, risalenti al VI secolo a.C. e oggi conservate nel British Museum.


Vi erano gare di cetra, di flauto e di canto. Riguardo la poesia, Plutarco narra come nei vari Giochi Panellenici si sfidavano a “colpi” di poesie.


Paradossalmente, i Giochi Olimpici furono le uniche competizioni nella Grecia antica dove la componente intellettuale fu minore nel programma generale, ma furono gli unici Giochi a resistere ai secoli.


rubrica a cura di Damiano Lestingi


©RIPRODUZIONE RISERVATA