SANTA MARINELLA – Non si spegne la polemica tra il sindaco Tidei e il consigliere comunale di minoranza Francesco Settanni, in merito alla vicenda dei villini di Lungomare Marconi che, secondo una sentenza, devono essere abbattuti. Dopo le esternazioni di Tidei sulle dichiarazioni dell’esponente di Fratelli D’Italia, la risposta di Settanni arriva via comunicato. “Sulla questione dell’abuso edilizio dei villini realizzati in zona Capolinaro – scrive Settanni - il sindaco ha rilasciato dichiarazioni ed interviste ad emittenti televisive, con le consuete offese nei miei confronti, che nulla hanno a che vedere con i veri aspetti di carattere tecnico giuridico della vicenda. Nel merito, ho provveduto a formalizzare una comunicazione nei suoi confronti, indirizzata anche ai Ministri dell’Interno e della Giustizia, al Prefetto, alla Corte dei Conti, alla Procura della Repubblica ed al Consiglio di Stato, in cui è stato segnalato il rischio di violazione della legalità derivante dalla inadempienza alla sentenza di demolizione dei manufatti abusivi in questione, per il precedente che la vicenda costituisce per altri analoghi casi. Infatti, vi sono elementi giuridici ed atti che smentiscono in modo conclamato il richiamo al principio giuridico del “terzo che acquista in buona fede" a cui il sindaco si è appellato a giustificazione dell’inadempimento alla sentenza che sovverte la verità dei fatti. Di fatto gli attori della vicenda in questione, hanno messo in atto operazioni patrimoniali riguardanti tali manufatti attraverso rogiti, contratti e scritture private in nessuno dei quali si fa riferimento a liti pendenti, benchè sin dall’inizio sono stati coinvolti in procedimenti penali e civili nei vari gradi di giudizio riguardanti l’abuso edilizio in questione”. “A totale smentita delle dichiarazioni del sindaco – continua il consigliere - non può dunque parlarsi di buona fede del compratore, cui peraltro spetta dare la prova della buona fede, perchè detti attori coinvolti nella vicenda erano perfettamente a conoscenza della situazione edilizio urbanistica degli edifici essendo essi stessi coinvolti nei procedimenti suddetti. L'abusività dell'opera, come regola giuridica, segue l'immobile anche nei successivi trasferimenti verso gli aventi causa nei confronti dei quali hanno efficacia tutti i conseguenti provvedimenti di demolizione, a prescindere se vi sia coincidenza tra proprietario e responsabile dell'abuso. Infatti se così non fosse per eludere la vigilanza sull'abusivismo e per aggirare l'efficacia del giudicato sarebbe sufficiente trasferire gli immobili a terzi successivamente al compimento dell'abuso, quand’anche l'art 46 testo unico dell’edilizia prevede la nullità del contratto di trasferimento di un immobile abusivo”. “Giova infine precisare – conclude Settanni - che al sindaco è sfuggita un’opportunità di risparmio, avendo il Ministero delle Infrastrutture, in base al decreto interministeriale numero 254, previsto il riconoscimento a favore dei Comuni di fondi pari al 50% del costo di demolizione. per gli interventi sugli immobili realizzati in assenza del permesso di costruire, con domanda che poteva essere presentata quaranta giorni dopo la sentenza del Consiglio di Stato”.©RIPRODUZIONE RISERVATA