Annamaria Lupi

Talete, in vista aumenti tariffari che vanno dall’8,45% al 12,9.L’assemblea dei sindaci ha dato mandato agli uffici dell'Ato di stilare due distinti documenti in cui elaborare delle proiezioni basate sulle due percentuali. Atti che serviranno a verificare quale livello di adeguamento tariffario sia più consono applicare per affrontare le aumentate spese di gestione ed evitare nell'immediato il tracollo economico di Talete. I documenti saranno successivamente sottoposti prima alla consulta d’ambito poi all’assemblea dei sindaci affinché venga individuata, entro il 30 novembre, un’unica proposta. Appare quindi scontato che gli utenti della Spa idrica dovranno subire un ulteriore aumento delle bollette, c’è solo da attendere i prossimi giorni per sapere se nella misura minima dell’8,45 (minima si fa per dire, in virtù anche dei continui rincari già sostenuti) o di quella che sfiora il 13%.L'unico sindaco ad aver votato contro è stato Fabio Bartolacci di Tuscania. «Il vero fallimento di Talete - ha rimarcato - non è tecnico ma gestionale e l'aumento tariffario non risolve la situazione». La sindaca di Viterbo Chiara Frontini, al centro di molti attacchi perché «prima di esprimere un giudizio voglio vedere il piano di risanamento in cui siano inseriti l'adeguamento delle tariffe e la ricapitalizzazione», ha votato sì al mandato purché «le due proposte siano contestualizzate all'interno di una relazione che preveda interventi in prospettiva». L'amministratore unico Salvatore Genova ha auspicato che si lavori sulla base del 12,9 per poter lavorare su un piano per mettere, innanzitutto, in sicurezza Talete e poi su quello di sviluppo.

L’incremento dell’8,45% comunque, stando a quanto dichiarato dal presidente dell'Ato Alessandro Romoli «viene individuato da Arera come punto di caduta per realtà in difficoltà come Talete» in quanto «le tariffe applicate devono essere funzionali alle spese del gestore».

Uno standard di revisione tariffaria, insomma, che potrebbe essere impugnato e pertanto non accettato dall'autorità per l'energia. Detto così non pare ci sia scampo dagli aumenti.Inoltre «se entro il 30 novembre non approviamo gli aumenti delle tariffe, non rientriamo neanche nella possibilità di accedere ai fondi per l'energia» ha sottolineato Romoli.Scarseggia la liquidità nelle casse di Talete. E per Genova «il reale problema della società è che i cittadini non pagano le bollette. Su 24 milioni ad oggi la Spa ne incassa forse 8». La maggiore criticità dunque, al di là dei rincari energetici di questi ultimi mesi, è la morosità degli utenti. Quegli stessi utenti che oggi in molti casi hanno reali difficoltà a pagare le bollette, figuriamoci con ulteriori aumenti.In mattinata l’assemblea, anche se tra le perplessità di alcuni sindaci, ha approvato un atto di orientamento/indirizzo per dilazionare nel corso del 2023 l'ingresso dei Comuni ancora fuori da Talete. Un documento che dovrebbe, negli intenti del presidente Ato, poter consentire di interloquire “con maggior peso e con un’unica voce con la Regione per trattare sul termine perentorio scaduto il 30 settembre”.«Talete - ha evidenziato Romoli - non ha la capacità economica per la presa in carico di altri Comuni. Per evitare il fallimento della società, noi proponiamo un regime transitorio» con l'entrata dilazionata nel corso del 2023.