CERVETERI – «Ora posso finalmente dirlo: sto qui e sto bene». La storia di Giulio ha commosso davvero tutti e ora lui stesso ha deciso di raccontare in prima persona al pubblico il suo anno a dir poco tribolato. Tutto è iniziato un anno fa circa. Lo scontro di gioco durante la partita col Fiumicino, lui che era il portiere di calcio della squadra del Città di Cerveteri, e il ricovero in ospedale. Al Bambino Gesù i medici si sono accorti che qualcosa non andava. «Dopo le analisi del sangue – ha raccontato in una gremita Sala Ruspoli di Cerveteri – i valori erano bassi e mi hanno trasportato dal Bambino Gesù di Palidoro a quello di Roma. Poi, al termine di altri accertamenti, mi è stata diagnosticata una aplasia midollare severa, dove praticamente i valori del sangue si azzeravano». È in quel momento che inizia il calvario con la ricerca di un donatore compatibile per il trapianto di midollo osseo. «Dopo sette mesi di ospedale – prosegue nel racconto Giulio Luttazi – mi hanno detto che il donatore era stato trovato. E che dire? Dopo qualche altro problemino ora posso dire di essere qui, e sto bene». Applausi e tanta commozione dei suoi genitori, Angelo e Roberta presenti ovviamente, della sorella Lucrezia, tutti i compagni di scuola, del calcio ma anche semplici cittadini che sono venuti. Una giornata organizzata poi dalla G.S. Cerveteri Runners di Loredana Ricci, con la collaborazione del comune di Cerveteri e dell’Admo (Associazione Donatori Midollo Osseo e Cellule Staminali Emopoietiche) rappresentato dal presidente Giulio Corradi e da Antonella Brandimarte. Molto emozionata, e non potrebbe essere altrimenti, la madre Roberta Spaccini. «La nostra famiglia non era compatibile per il trapianto – ha raccontato - sua sorella lo era solo al 50%» racconta la mamma. È iniziata una corsa contro il tempo per cercare un donatore compatibile e a qual punto siamo usciti allo scoperto perché serviva una campagna con il supporto di Admo. I comuni di Fiumicino e Cerveteri organizzano giornate per trovare cittadini idonei. Per tre mesi non mi sono mai mossa dall’ospedale, poi mi sono alternata con mio marito. Il 17 marzo Giulio ha fatto il trapianto di midollo, si tratta di un donatore tedesco del registro internazionale, se Giulio non lo avesse ricevuto non so proprio cosa sarebbe successo, 1800 persone in Italia sono in attesa. Se ti ci trovi è davvero dura, la forza l’abbiamo presa dalle persone che erano ancora più gravi di nostro figlio». Il giovane ha ripreso a settembre gli allenamenti di calcio. «Giulio ha una grande forza di volontà, in quei lunghi mesi ha regalato tanti sorrisi, ha stretto amicizie non solo con gli altri pazienti, ma anche con medici e infermieri». A fare gli onori di casa il sindaco, Elena Gubetti, il vicesindaco, Federica Battafarano, anche l’ex primo cittadino Alessio Pascucci e tanti referenti istituzionali.


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