CERVETERI – Nella città etrusca il Natale per alcuni negozi è arrivato in anticipo, non sarà così per altri che non sono riusciti a pagare le bollette alte dell'energia, troppo salate. Un motivo che per forza di cose può far gettare la spugna a molti che hanno iniziato già a chiudere le saracinesche. Chi soffre a Cerveteri è chi deve pagare anche l’affitto delle mura, un costo che grava sulla gestione aziendale. Almeno una ventina di attività, nel centro abitato e nelle frazioni. tra negozi e ristoranti, sono in dirittura di chiusura entro dicembre. «Per rialzarci bisogna fare rete insieme, mettere a sistema le attività commerciali e artigianali della città, - ha detto il consigliere comunale Gianluca Paolacci - la crisi energetica è preoccupante, ma gli esercizi di Cerveteri non sono in difficoltà da oggi, ma da anni visto che non vi è mai stata una programmazione per lo sviluppo dell'attività produttive. Oggi , più che mai, tracciamo un bilancio pesante causato dal caro bollette, superabile con delle iniziative di concerto dell’intera categoria».

Il consigliere Paolacci punta a fare rete. «Se vogliamo realmente creare a Cerveteri un futuro per le attività produttive, dalla bottega all’azienda artigianale, - prosegue - deve esserci un coordinamento tra i vari esercenti, da soli non si va da nessuna parte». E proprio ieri anche uno storico forno ha comunicato una novità importante per i suoi clienti attraverso la propria pagina di Facebook. «Cari amici vi ringraziamo per la vostra preoccupazione – scrivono i titolari – non siamo intenzionati a chiudere ma abbiamo scelto di fare le pizze solo il venerdì sera e il sabato sera per limitare i costi». Un altro segnale di crisi e di limitazioni dei consumi dopo le chiusure di un caseificio a Cerenova rimasto aperto per oltre 20 anni nella frazione cerveterana poi anche e un agriturismo a Borgo San Martino.

Non è esente il settore agricolo. I contadini sono esausti dopo il calo di produzione, la siccità e le bollette astronomiche. «Ce l’aspettavamo – sostiene Roberto Seri, referente locale della Confederazione italiana agricoltori di Ladispoli-Cerveteri – però è chiaro che non con questa portata. Sono mesi difficili un po' per tutti, senza dimenticare l’aumento delle materie prime e del costo del carburante. È diventato un costo anche riempire il serbatoio dei trattori». Gli agricoltori almeno si consolano con l’annuncio che dopo 3 anni tornerà la Sagra del Carciofo di Ladispoli.

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