CIVITAVECCHIA - "Ci auguriamo che i soci di buon senso nonché membri del Comitato non siano lasciati soli a combattere quest’ingiustizia che tanto danno arreca alla città ed ai civitavecchiesi ma che tutte le forze politiche sappiano dare il loro contributo di sostegno in ogni sede istituzionale e non". È questo l'auspico del consigliere comunale civico Vittorio Petrelli sul caso usi civici e, soprattutto, alla luce dell'ultimo pronunciamento da parte del Tribunale. "Un ricorso presentato dai soci dell'Agraria che chiedevano le immediate elezioni è stato respinto. Eppure, in barba a qualsiasi logica della buona amministrazione dei beni pubblici - spiega Petrelli - l’attuale giunta continua a rimanere in carica oltre due anni e mezzo dalla fine del mandato. Appare a questo punto doveroso, per chi crede ancora nella legalità, chiedersi cosa ci sia dietro questo vero e proprio corto circuito istituzionale. Qualcosa di macroscopico non torna, se è vero che l’ex Associazione Agraria modificata nella denominazione, ma non nella sostanza, in Università Agraria di Civitavecchia è l’unica in Italia, a quanto ne sappiamo, a non indire elezioni rinviandole senza motivazioni. Così è, punto. Come mai qui intorno alla nostra città tutto fila liscio sui binari delle regole della democrazia? Le consultazioni, infatti, si sono svolte ad Allumiere e a Tolfa e presto accadrà anche a Tarquinia ma da noi, terra di nessuno, rimangono una chimera, e c’è da sottolineare un’altra anomalia locale: le elezioni dell’agraria sono ad appannaggio degli associati nonostante gestiscano il demanio pubblico della città. Le stesse dichiarazioni della reggente per potere divino dell'università agraria circa prima l’indizione di elezioni per il 22 e 23 ottobre , ed oggi procrastinate al 12 e 13 gennaio sono solo azioni strumentali e di facciata".

Petrelli torna a puntare il dito contro la Regione Lazio che si dichiara estranea nonostante, ad esempio, la Regione Emilia Romagna, pur in presenza della legge 168/17 quella che ha reso tali Enti soggetti di diritto privato ha commissariato due enti della sua regione. "La magistratura investita - ha aggiunto - sottovaluta aspetti sostanziali che non dovrebbero essere archiviati con stratagemmi amministrativi. Seppure apparentemente possano sembrare questioni interne all’Università Agraria è drammaticamente vero che la gestione di questo Ente si riflette negativamente sui civitavecchiesi. Si tengono in piedi tante perizie demaniali per Tenuta delle Mortelle e per la punta del pecoraro pur smentite da atti d’archivio storici e a nulla è valso l’invito ufficiale del Commissario Catalani di addivenire ad una soluzione amministrativa nei confronti della quale solo il Comune ha dato sempre la sua disponibilità. Agraria e Regione, non pervenuti. Per non parlare che a tutt’oggi nessuna conciliazione può essere realizzata fino al 29 marzo 2023 perché il Commissario ritiene che l’attuale gestione dell'Agraria non sia legittimata a rappresentare l’Ente. L’effetto è che qualsiasi atto di compravendita o di successione è bloccato. Nonostante la Regione, tra i suoi complici silenzi e fatali assenze, abbia ufficialmente dichiarato che le certificazioni demaniali prodotte dall’Università Agraria al costo di 100 euro non siano necessarie, queste vengano richieste e pretese dai notai a rappresentare l’ennesimo fardello a carico dei civitavecchiesi. Assistiamo a dichiarazioni della rappresentanza dell’Ente che si sente legittimata a proseguire in un’azione di costante danneggiamento di cittadini intrappolati da perizie di parte e costretti a pagare. Un corto circuito del bene comune e un’offesa alle ragioni della collettività - ha concluso - le forze politiche non possono lasciare solo il Comitato a combattere quest’ingiustizia".