GIAMPIERO ROMITI

Terza domenica di ottobre. Le notizie s’affollano tra le colonne dei quotidiani che annunciano il meglio ed il peggio di quel che avverrà nel breve, medio e lungo periodo. Non manca niente, di tutto di più. Notizie che regalano sorrisi. Notizie che innervosiscono ancor più una quotidianità già tesissima per l’inimmaginabile salto in alto delle bollette di luce e gas. Notizie che confermano quanto siano capacissimi i politici di incantare i cittadini con promesse preziosissime all’apparenza ma penosamente false. Settimana straordinariamente intensa quella che si accinge a spegnere la luce. Settimana fatta apposta per prendere a calci l’ottimismo di chi pensava che si fosse allontanato il pericolo dell’installazione del gigantesco biodigestore in quel di Monna Felicita. Amara illusione.

E così dopo giorni e giorni di silenzio la Regione Lazio, imperterrita e ben sintonizzata sulla stessa lunghezza d’onda dell’impianto fortissimamente voluto da Ambyenta Lazio, ha rilasciato l’Autorizzazione Integrata Ambientale. Cosa significa? Che la struttura in grado di ingoiare centoventimila tonnellate di rifiuti organici ogni dodici mesi si trova ormai ad un solo passo dal definitivo via libera che si scrive PAUR e si legge Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale. Impossibile prevedere cosa accadrà adesso e quale sarà la reazione di fronte a simile colossale struttura, che certamente non avrà ricadute “paradisiache” sull’ambiente: basta pensare all’incessante andirivieni di tir e già si accappona la pelle. E comunque: al di là delle più svariate posizioni tra favorevoli e contrari che inonderanno i mezzi d’informazione, la certezza pressoché assoluta è che Civitavecchia si accinge a diventare il ricettacolo delle schifezze di Roma (che altrimenti ne rimarrebbe sommersa !). Non a caso, infatti, il biodigestore in esame non ha eguali in tutto il Lazio: le sue spropositate dimensioni (specie se correlate alla nostra città che dei citati rifiuti organici ne produce appena settemila all’anno !) lo rendono il più grande in senso assoluto. Settimana alquanto nervosa, inoltre, riguardo a uno dei punti più importanti della comunità (e non solo se si tiene conto che potrebbe o meglio dovrebbe financo rappresentare un potentissima calamita per attrarre i numerosi crocieristi ): il mercato di piazza Regina Margherita.

Ad alzare il livello di interesse dei media la decisione dell’amministrazione comunale di dare il seguente ultimatum agli operatori delle casette di legno di piazza XXIV Maggio: “Entro il prossimo 30 novembre dovrete allacciarvi a vostre spese all’energia elettrica”. Fulminea e risentita la reazione : “Fermo restando che non ci riteniamo per nessunissima ragione dei priviligiati, sarà bene precisare e sottolineare che non siamo rimasti in questo luogo per convenienza. La nostra storia è trasparente: abbiamo avuto a disposizione un filo della corrente da parte di Palazzo del Pincio e non c’è stato mai consentito di firmare un regolare contratto con Enel essendo lo stesso Ente impossibilitato ad attuare un allaccio”. Botta
e risposta pepata dunque.

A rasserenare il clima (tregua armata ?) ci ha pensato tuttavia l’assessore al commercio affermando che “in attesa dei fondi del Pnrr stiamo portando avanti il progetto di unificazione del mercato di Piazza Regina Margherita”. Bè, siamo alle solite: è stato scandito l’ennesimo (anzi il millesimo) annuncio di una sistemazione che verrà non si sa quando, di sicuro non per la gioia di mercatali (e consumatori) e al contrario (ci si può giurare !) per quella dei signori dei supermercati, che non soffrono una concorrenza potenzialmente fastidiosa. Resta ciò nonostante da verificare cosa succederà senza dimenticare la solenne duplice declamazione “vitaliana” dello scorso 21 maggio. La prima: “in piazza XXIV Maggio sorgerà una piccola oasi impreziosita di alberi, aiuole, panchine e giochi per bambini. Parallelamente un robusto intervento riguarderà casette di legno, servizi igienici e stands degli alimentaristi”. La seconda: “In piazza Regina Margherita una copertura leggera sostituirà l’ormai datata tensostruttura”.

Allora ? Elementare: la storia si ripete e in particolare per quanto concerne l’attuale orrenda copertura il “motivetto” trito e ritrito che viene canticchiato è quello che verrà tolta, ma la domanda scatta spontanea: quando, di grazia ? E lo stesso Tullio Nunzi, dell’associazione “Meno poltrone più panchine”, non ha potuto fare a meno di incalzare l’assessore Vitali in tal modo: “Continuano a circolare troppe chiacchiere, si stabiliscano una volta per tutte tempi certi per la sospiratissima riqualificazione del mercato”.

Tra preoccupazioni e pensieracci , come in apertura accennato , qualche sorriso ha avuto la ghiotta chance (nonché la forza) di farsi strada. E si deve alla straordinaria iniziativa dell’Adsp, che prevede l’erogazione di un contributo economico (sessantamila euro – ndr -) alle imprese portuali che mirino all’assunzione di giovani disoccupati: una visione dinamica che spalanca le porte di un futuro promettente per le nuove generazioni e conferma la spiccata modernità del management di Molo Vespucci.

Per concludere parrebbe (condizionale scaramantico…) che il Marina Yachting sia pronto per il varo. Ha scritto difatti La Provincia: “Acquisito il parere positivo della Soprintendenza, è atteso a giorni il via libera del Ministero, relativo alla deroga alla realizzazione sul Molo del Bicchiere in modo da poter finalmente chiudere l’iter della conferenza dei servizi”. Bella notizia, vero ? Certo. E allora speriamo che balli !

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