CIVITAVECCHIA - "In una intervista sulla riunificazione del mercato di piazza Regina Margherita l’assessore Vitali risponde testualmente “Ce lo hanno chiesto gli operatori mercatali nelle scorse settimane”".

Inizia così una nota di Tullio Nunzi, Meno poltrone più panchine, che interviene sulla "telenovela" mercato dopo le recenti dichiarazioni dell'assessore al commercio Dimitri Vitali.

"Risposta ovvia - continua -, escludendo però la parte relativa ai tempi. Perché gli operatori sono circa 10 (dieci) anni che richiedono una normale ristrutturazione. Gli operatori del mercato, in particolare quelli che sono stati costretti a chiudere, ricordano benissimo che il mercato era uno straordinario centro commerciale naturale, capace di competere con tutti, un vero sistema integrato che oltretutto trainava sviluppo anche per l’intero centro cittadino. Tralascio l’importanza sociale, storica, urbanistica che rivestiva per la città.  Ristrutturazione che normalmente avviene in tempi più brevi, come in mercati di altre citta, mercati certamente più rilevanti di Civitavecchia. Se l’assessore vuole dare un segnale diverso dai tanti bla bla che in questi anni hanno visto concorsi di idee, ipotesi di spostamenti, promesse elettorali non mantenute, ristrutturazioni per un decoro urbano inqualificabile e una situazione sanitaria da denuncia, se vuole dare un segnale di cambiamento, ipotizzi una data, stabilisca un timing, un cronoprogramma che dia una inaspettata speranza e la possibilità anche di investimenti per le imprese".

Nunzi spiega che rispetto al passato ora sono disponibili diversi strumenti, tra fondi del Pnrr e finanziamenti vari, in grado di garantire "un minimo di certezza e previsione. Al di là dei tempi della burocrazia, dare una scadenza certa sarebbe una novità eclatante ed una assunzione di responsabilità non indifferente, dopo numerose promesse non mantenute. Dieci (10) anni circa per le imprese sono una era geologica anzi, per come è ridotto il mercato, una era glaciale. Ma si sa anche se ormai è diventata una semplice frase retorica: i tempi delle imprese non sono quelli della politica. E su questo - conclude Nunzi - politica e associazioni di impresa potrebbero anche farsi sentire".

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