VITERBO - Resta in carcere Lucio La Pietra, il romano 48enne, arrestato per concorso nell’omicidio di Salvatore Bramucci, il pregiudicato civitavecchiese ucciso all’interno della propria auto il 7 agosto scorso. Il tribunale del Riesame ha respinto infatti l’istanza si scarcerazione avanzata dal legale. La difesa, infatti, aveva chiesto l’annullamento dell’ordinanza di misura cautelare perché carente di gravi indizi di colpevolezza a suo carico. Per i giudici del tribunale del riesame, invece, sussistono gravi indizi di colpevolezza a carico dell’indagato in ordine all’omicidio avvenuto intorno alle 8.20 del 7 agosto scorso, in località Acquafredda di Soriano nel Cimino.

Secondo gli inquirenti, il commando armato del quale faceva parte, è partito da Roma alla volta delle campagne di Soriano nel Cimino composto da tre persone. Per il delitto, oltre a La Pietra, è stato arrestato anche Tonino Bacci mentre il terzo componente della banda è al momento indagato per concorso in omicidio.

Ad inchiodare i due presunti killer, stando a quanto riportato nelle pagine dell’ordinanza, l’incrocio dei dati emersi dalle immagini tratte dalle telecamere di videosorveglianza dislocate nel comune di Soriano nel Cimino e nei paesi confinanti; il Gps installato sulla Smart Forfour bianca, di proprietà di un autonoleggio di Roma, che fu sottoposta a controlli già nel 2021 per via della presenza a bordo di altri soggetti con precedenti di polizia; le celle telefoniche alle quali erano agganciati i cellulari e un’applicazione di geolocalizzazione Life 360 con la quale la moglie del pregiudicato 58enne Salvatore Bramucci monitorava il coniuge a distanza.

Solo poche telefonate e un sopralluogo prima dell’omicidio, secondo la difesa, non sono sufficienti per far rimanere in carcere Lucio La Pietra.

Non la pensa così il collegio del Tribunale ordinario di Roma, sezione per il riesame dei provvedimenti restrittivi della libertà personale composto da Elena Natoli, presidente; Filippo Steidel giudice relatore e Olga Manuel giudice collegiale che ha rigettato l’istanza presentata dall’avvocato Antonio Rucco.

Per i giudici ad incastrare La Pietra non solo i tabulati telefonici e le immagini delle telecamere stradali ma anche alcune intercettazioni ambientali carpite all’interno della vettura della compagna.

Quest’ultima, parlando in macchina con la sorella, si sarebbe sfogata affermando di essere sicura del coinvolgimento del compagno nell’omicidio: «Io so’ convinta, le prove ci stanno, non le hai viste le prove? Le vedi pure sul giornale che è lui, ma che prove vuoi vedere….».