TARQUINIA - Sabato 15 e domenica 16 ottobre tornano le “Giornate Fai d’Autunno”, il grande evento autunnale di piazza che il Fai dedica al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese, animato e promosso dai Gruppi Fai Giovani, con il supporto di tutte le Delegazioni, i Gruppi Fai e i Gruppi Fai Ponte tra culture attivi da nord a sud della Penisola.

Anche in questa edizione – l’undicesima – i giovani volontari della Fondazione metteranno a disposizione la loro energia e il loro entusiasmo per aprire al pubblico 700 luoghi speciali in 350 città d’Italia, selezionati perché meritevoli di essere conosciuti e valorizzati e molti dei quali solitamente inaccessibili, dove verranno proposte visite – a contributo libero - che permetteranno ai partecipanti di cogliere lo splendore delle città in cui viviamo e dei territori che ci circondano. Una benefica immersione tra arte, storia e natura e anche una preziosa occasione per approfondire la missione del Fai e prendere consapevolezza, una volta di più, dell’immenso e variegato patrimonio di cultura e ambiente del nostro Paese.

La manifestazione si inserisce nell’ambito della campagna di raccolta fondi “Ricordiamoci di salvare l’Italia” che il Fai organizza nel mese di ottobre e si svolgerà nel pieno rispetto delle norme di sicurezza sanitaria. Tra i numerosi luoghi aperti in tutte le regioni ci saranno palazzi, ville, chiese, castelli, aree archeologiche, musei, siti militari, esempi di archeologia industriale, luoghi dell’istruzione e centri di ricerca, che saranno mostrati attraverso lo sguardo appassionato e originale dei giovani del FAI. Come di consueto non mancheranno itinerari nei borghi, percorsi naturalistici e visite a luoghi “verdi” quali parchi, giardini storici e orti botanici, anche in ambito urbano, nel solco del crescente impegno della Fondazione per la diffusione di una maggiore “cultura della natura”.

Nel Lazio porte aperte al Forte Michelangelo a Civitavecchia e alla Bandita di Sebastian Matta nelle campagne di Tarquinia. Le visite sono a contributo libero a partire da 3 euro. A Roma sono invece sei i luoghi che saranno aperti: il complesso di Santo Spirito in Sassia, la sede Rai di via Asiago, la basilica di Santa Croce in Gerusalemme, Palazzo Firenze, il Teatro dell’Opera e il complesso monumentale di San Cosimato.

Il complesso della casa dell'artista Sebastian Matta è situato nella campagna tarquiniese, nella bassa Maremma, in un'area extraurbana, vicino ad un zona incontaminata gestita dall'Università Agraria di Tarquinia in cui si preserva il bosco , il paesaggio e si pratica l'allevamento di bovini della razza maremmana seleziona allo stato brado.

Il Ritiro della Bandita è stato per l'artista Sebastian Matta casa, rifugio e luogo di lavoro fino agli ultimi anni della sua attività. Oggi sede degli Archivi Matta, la Bandita conserva molti tesori dell'artista, dalle sculture in bronzo alle ceramiche, dai pastelli alle tele, dai disegni ai mobili raccontando attraverso la magia di un luogo che sembra sospeso e senza tempo, l'immaginario fantastico e inimitabile di uno dei più carismatici, brillanti e visionari artisti del Novecento.

Il 15 e il 16 ottobre, per la prima volta con il FAI, a 20 anni dalla morte di Sebastian Matta la Bandita apre i suoi cancelli al pubblico per far conoscere parte degli spazi privati dell'artista che ospitano alcune delle sue opere, dal giardino al cortile del convento, alla cappella in cui Matta per anni ha lavorato e dove ora riposa Un'occasione unica per respirare lo spirito di Matta e scoprire, con i propri occhi, la sua sorprendente e personalissima carica poetica.

Il Ritiro della Bandita è un ex convento dei frati passionisti fondato da San Paolo della Croce nel 1750. Prima di realizzare il ritiro di Tarquinia, San Paolo della Croce ne aveva già edificati altri due, uno sul monte Argentario e uno sul monte Fogliano, sopra Cura di Vetralla. Tutti e tre i conventi presentano similitudini nell'impianto e nella struttura. Il convento, passò poi al comune e quindi, grazie a Luisa Laureati, amica e gallerista di Matta, è stato acquistato nel 1968 dall'artista allora residente a Boissy, che, avendo vissuto a Roma negli anni Cinquanta, cercava un posto nei dintorni della capitale in cui creare un proprio rifugio per vivere e lavorare.

La chiesa ed il convento dei Passionisti fu edificato nel 1750. La struttura è immersa nel bosco della Bandita San Pantaleo, in località il Ritiro. La chiesa fu consacrata il 16 marzo 1769, aveva unica navata e tre altari e un convento per il seminario.

Tutto il complesso subì vari abbandoni fino al 1969 quando fu acquistato e restaurato dall'artista Sebastian Matta.

Nella navata della chiesa è sepolto l'artista, venuto a mancare il 23 novembre 2002.