LADISPOLI – Sigarette e Gratta e vinci col Reddito di cittadinanza. Non si è parlato di altro in questi giorni a Ladispoli dopo lo sfogo di alcuni tabaccai della città, uno dei quali ha raccontato di essersi opposti nel soddisfare le richieste di una cliente evidentemente con il vizio del gioco e del fumo. La società, non solo ladispolana, si è divisa anche se nella maggior parte dei casi ha prevalso la condivisione del messaggio lanciato dai commercianti che hanno specificato di non essere contrari a questo provvedimento, ma solo all’utilizzo che alcuni ne fanno. Tuttavia è un tema ghiotto anche per la politica.



Il centrodestra è intervenuto nuovamente nella discussione. «Bene hanno fatto – parla Luca Quintavalle, segretario Lega per la Provincia di Roma nord ed ex consigliere comunale di Ladispoli – perché è assurdo che i cittadini provino con i soldi pubblici ad acquistare Gratta e vinci o a provare la puntata al Lotto. È una manovra assistenzialista nel modo in cui è stata concepita dal Movimento Cinque Stelle e lo abbiamo sempre detto, tranne ovviamente nei casi in cui è utile davvero alle famiglie più bisognose. Come ha detto anche Matteo Salvini servono controlli e presto ne parleremo». Non si sottrae al dibattito nemmeno Fratelli d’Italia. «Il nostro partito – commenta Renzo Marchetti, consigliere comunale e capogruppo a Ladispoli – non è a favore dell’assistenzialismo e così come è stato concepito il reddito è stato fallimentare. Anche perché i furbetti di turno riescono sempre ad approfittarne, come emerso anche in queste ore a Ladispoli con la vicenda della tabaccheria. Vanno apportate delle modifiche, la povertà va combattuta, ovvio, però non si può nemmeno rifiutare di lavorare e spesso accade anche questo».

Presa di posizione sul mondo del lavoro legato ad alcune categorie. «Lo abbiamo visto anche in estate – prosegue Marchetti – come i vari gestori siano andati in difficoltà non riuscendo a reperire personale. Speriamo le cose cambino in fretta e venga modificato un provvedimento magari giusto ma solo per chi ne ha veramente necessità». A Cerveteri e Ladispoli sarebbero all’incirca 700 i beneficiari da oltre due anni. Nessuno ha mai contraccambiato con lavori socialmente utili, come del resto imporrebbe la macchinosa normativa. Una decina sarebbero dovuti essere arruolati, ad esempio, per svolgere mansioni relative alla assistenza agli anziani solo che il progetto non è ancora decollato.

Si parlava anche di personale da arruolare nei parchi pubblici, sulle spiagge o anche fuori dagli istituti scolastici per sorvegliare i bambini all’entrata e all’uscita. Un inizio a ranghi ridotti dopo anni di polemiche e ritardi imputabili alla pandemia ma soprattutto ad un sistema burocratico troppo contorto. L’iter non era approdato nemmeno ai navigator, le figure specializzate che fanno da collante tra i Centri per l’impiego e i destinatari del bonus. E la penuria degli assistenti sociali del comune di Cerveteri, fino a pochi mesi fa capofila del piano, non aveva aiutato affatto all’accelerazione del piano progr
ammatico.

©RIPRODUZIONE RISERVATA