CIVITAVECCHIA - Grande partecipazione fuori i cancelli dell’IIS Via dell’Immacolata 47, lo storico Guglielmotti, dove questa mattina circa 400 tra studenti e genitori si sono dati appuntamento, rifiutandosi di entrare in segno di protesta contro le recenti decisioni prese dalla dirigenza scolastica retta dal preside Roberto Ciminelli.

Niente ricreazione, accesso al cortile esterno negato, parcheggio off limits, aree dichiarate inagibili senza nessun confronto e ragazzi “intrappolati” in classe. Queste tra le motivazioni che hanno spinto i ragazzi e le ragazze del Liceo a scioperare, organizzando un partecipatissimo sit-in fatto di interventi a microfono aperto, proposte e idee per una scuola, perché la richiesta è chiara e unisona: vivere una scuola fatta di socialità dicendo basta alle restrizioni.

https://www.youtube.com/watch?v=49tjF_k3L6s&feature=youtu.be

“Abbiamo deciso di organizzare questo sit-in – ha spiegato uno dei promotori dell’iniziativa, Alessandro Panizza - dopo oltre un mese di consultazioni con il preside, purtroppo senza risultato. Il dirigente scolastico ha continuato imponendo limitazioni al limite dell’emergenza covid, a emergenza finita, dichiarando inagibile il cortile, il parcheggio creando notevoli problemi di viabilità, non facendoci utilizzare il bar del Guglielmotti e, in questo momento in cui vige ancora l’orario provvisorio, non mettendo la ricreazione che noi facciamo solo per concessione degli insegnanti che per loro presa di posizione ci lasciano qualche minuto per ristorarci. Dopo una serie di consultazioni abbiamo deciso quindi di agire in questa maniera per dare un segnale. Siamo pronti al dialogo e alla discussione perché vogliamo tornare alla normalità, per una questione di sanità e ben vivere, vogliamo andare in una scuola che ci faccia studiare però serenamente e in socializzazione con gli altri ragazzi e non chiusi nelle aule. Chiediamo un ritorno alla normalità”.

Uno dei problemi maggiori è la ricreazione perché, oltre a non essere inserita nell’orario, è impedita l’uscita dalle classi dei ragazzi, costretti a rimanere chiusi in classe per tutto l’orario scolastico. Così la scuola diventa una prigione e si assistono a scene paradossali.

“Assurdo - cha continuato Panizza - che si possano fare ordini solo tramite WhatsApp con il responsabile del bar che deve passare per la scuola con il vassoio. Stiamo vedendo i gestori che vanno in giro per le classi a consegnare gli “ordini” perché noi non possiamo uscire. Inoltre non si può entrare prima delle 8,30, nemmeno di un minuto. Qualche giorno fa hanno minacciato di sospensione due ragazze che volevano entrare qualche minuto prima per prendere un caffè, è una costa ingestibile. Vogliamo una scuola in grado di offrirci normalità, paradossalmente durante l’emergenza lo scorso anno c’erano meno limitazioni di adesso. Ora che l’emergenza è finita non ci sono più scuse”.

Tra i vari interventi anche quello del presidente del Consiglio d’istituto Davide Capitani che ha sottolineato come non ci siano attualmente normative in vigore che giustifichino le decisioni prese dal dirigente scolastico e ha spronato i ragazzi a continuare nella direzione intrapresa. Ha parlato anche un nonno, da sempre attivo per il benessere dei ragazzi e della scuola, ricordando come abbia fatto tagliare l’erba o sia intervenuto quando richiesto facendo il possibile e sottolineando come il comportamento dell’attuale dirigenza sia da stigmatizzare.

Chiudendo il parcheggio si creano, infatti, anche ingorghi e problemi alla viabilità con rischi per i ragazzi stessi, costretti ad attendere in strada la campanella. C’è stato poi l’episodio legato all’aula magna dell’istituto, dichiarata prima inagibile e poi concessa dopo pressioni degli studenti. Anche la rappresentante della Rete degli studenti medi Ilaria Pettinari è intervenuta al microfono sottolineato come non sia possibile non avere dieci minuti per la ricreazione, non poter accedere al parcheggio esterno per socializzare e aggregarsi, in una scuola che cade a pezzi e con servizi igienici in parte inagibili.

Insomma, una scuola che è diventata oppressiva e ulteriormente restrittiva per una delle categorie più colpite dai due anni di pandemia, tra restrizioni e lock down che hanno – studi alla mano – aumentato il disagio psicologico nei ragazzi. Assenti il preside Ciminelli e l’amministrazione comunale.

©RIPRODUZIONE RISERVATA