"Una mano contro lo spreco”: Cna e Università degli Studi della Tuscia insieme per la lotta allo spreco alimentare. Ieri mattina al panificio Anselmi di Via della Palazzina a Viterbo la presentazione dell’iniziativa, che rientra nell’ambito del progetto europeo “Lowinfood” coordinato da Unitus.La ricerca ha coinvolto 12 panifici del Viterbese, che nel periodo febbraio-giugno 2022 hanno monitorato il quantitativo giornaliero di pane, pizza bianca e panini prodotto e non venduto. «Dai dati forniti è emerso che il 5% di essi non viene acquistato e resta in eccedenza», ha spiegato Clara Cicatiello, ricercatrice Dibaf e coordinatrice del progetto europeo. Da qui l’idea di “Una mano contro lo spreco”, 5 azioni da mettere in campo per ridurre gli sprechi alimentari.

«Molti panifici seccano parte del prodotto avanzato per riutilizzarlo, oppure esso viene destinato all’alimentazione animale o donato alle associazioni. – ha aggiunto Cicatiello – Si può anche pensare di lavorare su ordinazione, in modo che i gestori abbiano un’idea di quanto pane venderanno il giorno successivo, o anche fare sì che i clienti possano acquistare l’eccedenza a fine giornata ad un prezzo scontato». Cicatiello ha sottolineato l’importanza del ruolo della istituzioni, che «devono esse coinvolte nelle buone prassi, per esempio prevendendo una riduzione della Tari per le attività che si impegnano in questo senso. Ricordiamo che l’Italia è uno dei pochi Paesi europei in cui vige una legge per il contrasto allo spreco alimentare e le istituzioni devono fare la propria parte». La seconda parte dell’incontro ha visto il focus sul tema dei rincari di energia e costo delle bollette. “In questo panificio si è passati dai 1000 euro di agosto 2021 ai 2600 di agosto 2022 – ha osservato Luca Fanelli, responsabile di Cna Agroalimentare Viterbo e Civitavecchia – anche se i consumi sono diminuiti. Ci aspettiamo che dopo il 25 settembre ci sia un intervento strutturale dal nuovo governo sul tema dell’energia, altrimenti molte attività dovranno chiudere». Claudio Cavalloro, presidente di Cna Alimentare di Viterbo e Civitavecchia, ha rivelato in molti non sanno neanche se il mese successivo riusciranno a pagare la bolletta. «La situazione è insostenibile, prima con i rincari delle materie prime e degli imballaggi ed ora con queste bollette ‘pazze’. Chi se lo può permettere oggi sceglie di chiudere l’azienda, perché il lavoro c’è, ma i costi sono esorbitanti: si parla di un aumento fino ai 50mila euro in un anno per un panificio di medie dimensioni».

Previsioni confermate anche da Ermanno Fiorentini, presidente dell’Associazione Panificatori e Pasticceri di Viterbo. «Assistiamo ad un incremento costante giornaliero nel costo di tutte le materie prime – ha sottolineato – il burro è raddoppiato, un cartone di uova è passato dai 18 euro dello scorso anno a 32 euro, il latte è aumentato del 40%. La vera vergogna è la latitanza della politica, con nessuna associazione che sceglie di prendersi a cuore la questione».

Veronica Olivi