LADISPOLI - Dopo anni di resistenza, di lotte nelle aule del tribunale, in Regione e perfino al Governo, la città balneare dovrà dire addio al servizio idrico gestito dalla Flavia Servizi. A maggio l’ultimatum: il passaggio dovrà essere effettuato entro il 30 settembre. E così martedì sera il consiglio comunale ha approvato la delibera per cedere il servizio ad Acea Ato2.

LA VICENDA

Tutto parte nel 2022 quando i comuni furono obbligati, come ha spiegato il consigliere delegato al servizio idrico, Filippo Moretti nel corso della massima assise cittadina, a sedere al tavolo della Conferenza dei Sindaci che poi avrebbe dato seguito all’adesione dei comuni all’Ato2. Qui, su volontà dell’allora sindaco, Gino Ciogli, si decise di creare Flavia Acque. Un escamotage per prendere tempo e rallentare, nella speranza di bloccarlo, il passaggio all’Ato 2.Poi arriva il 2015 quando la Regione Lazio diffida il Comune di Ladispoli ad aderire all’Ato2 gestito da Acea. «Le amministrazioni – ha spiegato Moretti – hanno portato avanti una battaglia legale che si è protratta fino al 2019 e che il nostro comune (capofila anche dei comuni che dovevano aderire all’Ato2 e all’Ato 1) ha condotto purtroppo perdendo in Cassazione». Oggi, dunque, i Comuni che ancora non hanno affidato il loro servizio idrico ad Acea Ato2 saranno obbligati a farlo. E a maggio è arrivata la spinta in tal senso da parte del Governo. Secondo quanto spiegato dal Ministero dell’Ambiente, infatti, il passaggio al servizio idrico integrato era necessaria per consentire ai grandi gestori, come Acea, di poter utilizzare i fondi del Pnrr da riversare su interventi nell’idrico. Sicuramente non una bella notizia per i ladispolani che fino ad oggi hanno potuto contare su interventi rapidi da parte dei tecnici della Flavia Servizi in caso di guasti o perdite alle condotte idriche della città e a bollette pressoché basse. «Il gestore d’ambito è capace di grandi investimenti, ma lo fa in tempi molto lunghi e soprattutto non ha molte attenzioni per le particolarità, come ad esempio le perdite in strada, gli allacci, le morosità», ha aggiunto Moretti. «Ladispoli non ha mai tagliato l’acqua a nessuno. A chi perseverava nel non pagare al massimo è stato diminuito il flusso idrico, ma non abbiamo mai chiuso l’acqua». Non solo. «Per un nuovo allaccio, da quanto subentrerà Acea, ci vorranno almeno 90 giorni, quando invece Flavia Servizi lo fa in una settimana». «Lo stesso vale per l’interazione con gli utenti: abbiamo un numero al quale risponde un tecnico che in poco tempo interviene per la risoluzione del problema. Abbiamo uno sportello aperto al pubblico».

LE RICHIESTE DELL’AMMINISTRAZIONE AD ACEA

In vista di un passaggio ad Acea Ato2, l’amministrazione comunale ha posto alcune condizioni alla Spa, frutto anche di una delibera approvata all’unanimità a gennaio del 2020 dal consiglio comunale ladispolano. Non tutte le condizioni presenti in quel documento, però, sono state accolte. Alcune solo in parte.

Lavoratori Flavia Servizi
. «Abbiamo chiesto il mantenimento in contratto dei 20 operai della Flavia Servizi. E questo è stato recepito», ha spiegato Moretti. L’amministrazione aveva inoltre chiesto che i tecnici della Flavia potessero continuare a svolgere le loro attività a Ladispoli almeno per un periodo di 3 anni così da contribuire, anche, alla formazione dei tecnici che Acea avrebbe inviato sul posto. Ma a quanto pare questa richiesta sarebbe stata accolta solo in parte.

Bollette.
Con l’arrivo di Acea si potrà purtroppo dire addio alle bollette “esigue” che in questi anni sono arrivate agli utenti. Si pagherà almeno il doppio. A questo proposito l’amministrazione aveva chiesto di poter utilizzare il ricavo delle bollette per investimenti sul territorio. Ma a quanto pare non sarà possibile. I soldi finiranno in un unico “calderone” e sarà la conferenza dei sindaci a stabilire per quali interventi e in quale comune saranno dirottati.

L’uso delle risorse idriche del territorio.
Con lo stop alla captazione dal lago di Bracciano, la siccità, l’aumento della richiesta, in particolar modo in estate, da anni ormai si assiste ai rubinetti a secco che colpiscono diversi comuni del territorio. Una prova concreta lo sono i comuni limitrofi: da Marina di Cerveteri passando per Allumiere fino ad arrivare a Civitavecchia e Manziana. La città balneare, al contrario, non ha mai sofferto di “siccità” in tal senso grazie alle proprie fonti di approvvigionamento che hanno garantito acqua anche durante i periodi di maggiore richiesta. Una delle richieste, in tal senso, da parte dell’amministrazione comunale è stata dunque quella di impegnare Acea a continuare a utilizzare queste fonti e di non fornire solo la “sua” acqua, così da continuare a garantire acqua 360 giorni all’anno. E a quanto pare questa richiesta dovrebbe essere stata accolta.

Il commento del movimento politico Ladispoli Attiva
. «Ieri (martedì, ndr) è stato un giorno tristissimo per la nostra comunità. Per colpa di leggi nazionali che non hanno mai recepito i principi ispiratori del referendum del 2011 sull’acqua pubblica, il consiglio comunale ha dato il via libera al passaggio da parte del comune di Ladispoli al servizio idrico integrato gestito da Acea Ato 2.A breve, il costo delle bollette aumenterà a dismisura e tutti i servizi connessi, come gli allacci e guasti ad esempio, saranno gestiti da remoto in assenza di un ufficio fisico in città. Da oggi, i cittadini di Ladispoli non saranno più utenti di un servizio, ma clienti di un prodotto con tutto quelle che ne consegue».


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