Annamaria Lupi

Immaginare il futuro della Tuscia. E' l'arduo compito che Medioera ha affidato a due candidati alle elezioni del 25 settembre.

Nello Spazio attivo di Lazio Innova a Valle Faul si sono confrontati Mauro Rotelli, candidato di Fratelli d'Italia nel collegio uninominale Viterbo-Civitavecchia della Camera, e Alessandro Mazzoli, in corsa per il Pd nel collegio uninominale del Senato Lazio 2. Un incontro che ha innanzitutto posto l'accento sulla stagione in cui è caduta questa campagna elettorale. «Una campagna strana e diversa dalle altre, anche per il periodo ferragostano» dichiara Rotelli rilevando che ha influito sulle modalità di incontro con gli elettori. «L'estate favorisce le occasioni di aggregazione, quindi si va nei luoghi dove c'è gente, sagre e feste popolari e poi si lavora tanto sulla parte digitale, con i social».

Anche per Mazzoli «è una campagna elettorale che si muove su due piani: quello mediatico generale e quello sui territori. Vive degli appuntamenti più disparati sul territorio e anche molto sui social». Tra l'altro il collegio in cui è candidato per il Senato «è composto da 169 Comuni da raggiungere in 25 giorni». Dopo un inizio soft, il direttore artistico di Medioera Massimiliano Capo punta l'obiettivo sulle ripercussioni economiche derivate dalla guerra in Ucraina. «L'invasione russa - evidenzia l'esponente Pd - non è questione che si risolverà in brevissimo tempo. Mentre ci sono urgenze che richiedono risposte immediate vedi gas, costi energetici, inflazione con il rischio di vanificare la mole di interventi del Next Generation Eu». E il sistema Paese «che ha resistito alle criticità causate dalla pandemia ora rischia non solo la chiusura delle attività produttive ma anche l'impennata della cassa integrazione».

Per il candidato di Fratelli d'Italia, e deputato uscente, «c'è stato un tentativo di rinviare le problematiche al prossimo governo. Appena giovedì abbiamo votato il Dl Aiuti e stiamo già parlando di un Aiuti Ter. Fino a poco tempo fa - rimarca - 20 miliardi erano una manovra di governo». E puntualizza: «Altri aiuti rischiano di alimentare la speculazione. L'Italia ha tante linee di intervento aperte con l'Unione europea, con fondi che spesso non riusciamo a spendere e vengono restituiti per essere distribuiti ad altri Paesi più bravi di noi a impiegarli». Sulle strategie da mettere in campo per la Tuscia con i fondi Pnrr, per quanto riguarda le opportunità occupazionali Rotelli è lapidario: «Non vengono dallo Stato (il riferimento è al reddito di cittadinanza) ma dalle imprese» e punta sull'asse Viterbo-Civitavecchia «i due territori più vicini anche nell'ottica delle infrastrutture». Mazzoli, oltre a evidenziare che «un buon 40% del Pnrr sarà gestito dagli enti locali, che spesso non sono in grado di mettere in campo progettualità», ritiene fondamentale chiudere «l'eterna partita delle incompiute, tra cui la Trasversale» e puntare sull'innovazione come aiuto per lo sviluppo delle vocazioni del territorio. Innovazione che per entrambi i candidati passa dalle infrastrutture digitali, con un coordinamento che svolga anche funzione di controllo.