CIVITAVECCHIA - La sera del primo giugno nella ormai famosa cena di Frosinone, culminata con la reazione belluina di Albino Ruberti immortalata nel video che è costato a lui il posto di capo di Gabinetto del sindaco di Roma Gualtieri e a Francesco De Angelis la candidatura alla Camera, la temperatura avrebbe cominciato a salire parlando anche del famigerato concorso di Allumiere.

Tra gli argomenti toccati, oltre ad affari e politica, c'era poi il problema di Mauro Buschini, che nel 2018 aveva fatto campagna elettorale insieme a Sara Battisti, consigliere regionale, compagna di Ruberti, ma poi, oltre a dover rinunciare alla presidenza del consiglio regionale per lo scandalo Allumiere, sarebbe entrato in rotta di collisione con De Angelis sul piano personale. Come scritto da Repubblica, «Il problema - assicurano in ambienti dem - non è stato il sostegno a Gasbarra o Leodori, ma una battuta su un piano molto personale fatta da De Angelis e riferita Buschini».

Fatto sta che alle prime avvisaglie mediatiche di quanto sarebbe potuto emergere per il concorso di Allumiere, in relazione alle persone vicine ai dem assunte in Regione Buschini si dimise e “Concorsopoli” da scandalo politico di livello regionale si ridusse ad una vicenda locale, sostanzialmente con un unico imputato, il presidente della commissione esaminatrice, che con i circa 20 presunti raccomandati vicini è stato dimostrato come non abbia mai avuto alcun tipo di rapporto, a fare da capro espiatorio.

Sulla vicenda interviene anche la presidente della commissione Trasparenza della Regione Chiara Colosimo di Fratelli d’Italia.

«La notte di Frosinone è l’emblema della ’Suburra Pd’. Una sistema - dichiara Colosimo - che evidenza il clientelismo come unica idea della sinistra. Del resto l’affare mascherine e la vicenda concorsopoli avevano già portato alla luce le pesanti ombre presenti all’interno della giunta regionale. Davanti a questo triste spettacolo, ancora più indecente è l’atteggiamento del segretario dem Letta, dal quale aspettiamo ancora una parola chiara su questa vicenda. Sul presidente Zingaretti preferisco stendere un velo pietoso. Chiunque al suo posto non ci avrebbe pensato un attimo a rassegnare le dimissioni, non tanto per l’indegna faida delle correnti a cui stiamo assistendo, ma quanto per quelle da Presidente di una regione allo sbando che chiude la legislatura tra gli scandali».

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