CERVETERI - È già divorzio tra l'ex sindaco di Cerveteri, Alessio Pascucci e il ministro degli esteri Luigi Di Maio e l'onorevole Tabacci. Uno "sposalizio" annunciato poco meno di due settimane fa in conferenza stampa in diretta streaming. «Un impegno in prima linea dei sindaci e degli amministratori locali è oggi indispensabile perchè noi rappresentiamo la prima frontiera dello Stato per i cittadini ai quali tutti i giorni, fra mille difficoltà, garantiamo i diritti sanciti dalla Costituzione - aveva spiegato Pascucci nell'arco della conferenza stampa in cui annunciava il patto sottoscritto in vista delle Politiche di settembre tra la "sua" Agenda Nazionale Civica e Impegno Civico di Luigi Di Maio. «L’area progressista può vincere le elezioni premiando la competenza di chi ha dimostrato di saper amministrare i territori in questi anni difficilissimi fra il covid e la crisi economica. Noi rappresentiamo la concretezza di fronte a chi soffia sul vento del populismo con il solito libro dei sogni irrealizzabili. Promesse fasulle che mai come in questo momento storico rappresentano un elemento di pericolo per l’unità del Paese», aveva proseguito. Ma ora, qualcosa a quanto pare non è andato secondo i "piani". A spiegarlo è sempre l'ex sindaco etrusco e gli altri sindaci che hanno aderito ad Agenda Civica Nazionale, in una lettera indirizzata proprio al leader di Impegno Civico, Di Maio. «Il mancato rispetto della dignità politica e la totale mancanza di trasparenza nella gestione di questa difficile fase ci obbliga a interrompere immediatamente questo percorso». Patto elettorale rotto, dunque. «Noi - si continua a leggere nella missiva - non abbiamo mai chiesto seggi sicuri ma soltanto la possibilità di candidare personalità del civismo in territori dati per persi ma contendibili per portare alla coalizione di centrosinistra il nostro contributo di conoscenza e competenza amministrativa. Tutto questo era stato concordato con Impegno Civico, che evidentemente ha preferito blindare alcune poltrone piuttosto che rispettare gli impegni presi». «Il presupposto di pari dignità e di uguale rappresentanza con i quali abbiamo avviato questo complesso processo, principi da voi inizialmente sostenuti con grande entusiasmo, sono stati completamente disattesi. Non ci avete consentito di prendere parte agli incontri di coalizione per la definizione degli accordi bilaterali, abbiamo avuto notizie frammentarie e incomplete (spesso da altri membri della coalizione) e soprattutto non c'è stato il coinvolgimento di nessuna delle figure di grande rilievo messe a disposizione del partito e della coalizione. Ogni volta che ci sono delle elezioni sovracomunali, qualcuno tenta di rifarsi il trucco usando il civismo, gli amministratori locali e quelle comunità che davvero lottano ogni giorno nei territori. Quasi sempre questo "specchietto per le allodole" serve da paravento a qualcuno che non ha trovato spazio nei partiti tradizionali e deve inventarsi un modo per riciclarsi. Eravamo stati chiari fin dall'inizio: questa politica non ci interessa
e non prestiamo certo il fianco, i nomi, i volti e la nostra credibilità per assicurare una poltrona a questo o a quel politico rimasto senza casa».

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