CIVITAVECCHIA - Il Pd Lazio contesta il progetto della Lega che prevede una rivoluzione delle autorità portuali "in senso federalista. Il modello evidenza la creazione di governance differenziate dove emergeranno leadership di alcune Autorità di Sistema Portuale  - spiegano - di import-export e di trasbordo a livello nazionale piuttosto pericoloso. Una proposta che come Pd Lazio riteniamo impraticabile. Crediamo che non è cambiando la natura giuridica delle Autorità portuali che si risolvono le criticità esistenti. Dobbiamo dare ai porti autonomia gestionale ma mantenendo ferma la visione sistemica nazionale perché i porti sono al servizio di tutto il Paese e non di un singolo territorio".
Secondo Bruno Astorre senatore e segretario Pd Lazio e Rocco Lamparelli, responsabile mobilità Pd Lazio, "si rimane atterriti dalla proposta della Lega di un Paese che gestisce i suoi porti delegando tutto a agli enti locali senza alcuna logica sistemica e con la moltiplicazione inutile di progetti e investimenti - hanno aggiunto - i porti devono rimanere asset strategici nazionali perché così si rischia un inutile campanilismo portuale che destrutturerebbe l’interesse diffuso nazionale riportando la portualità indietro di secoli, a tutto vantaggio dei scali marittimi dei Paesi competitor”.
Anche il Forum Portuale del Pd cittadino prende posizione. "L'intenzione della Lega è chiara, si rischia una classificazione sui porti di serie A e quelli di serie B". Una problematica da porre all'attenzione anche della maggioranza che governa la città: "Che ne pensa la Lega di Civitavecchia? - si chiedono - cosa ne pensa Fratelli d’Italia, anche il partito di Giorgia Meloni volterà le spalle al centralismo per favorire alcuni singoli porti?. Il modello della portualità italiana va difeso, ha confermato tutta la sua resilienza anche durante il periodo della pandemia grazie alla validità della legge 84/94, non devono essere sacrificate le garanzie che abbiamo in nome del profitto".