SANTA MARINELLA - La Curia generalizia dei frati minori è obbligata verso il Comune, a mantenere per sempre la destinazione d'uso del Convento di Santa Severa, a casa per religiosi. Niente villette e niente demolizione all’orizzonte. «È clamoroso quello che emerge da un documento presente nei registri immobiliari di Civitavecchia – dice il direttivo del Comitato per la Salvaguardia del Territorio e del Paesaggio di Santa Marinella e Santa Severa – Documento datato 16 luglio 1973 e di cui fino ad oggi non se ne conosceva l’esistenza. Praticamente l'ente proprietario, cioè la Curia generalizia dei frati minori conventuali, si è obbligato a mantenere permanentemente ed irrevocabilmente la destinazione d'uso a casa per religiosi, così come previsto da delibera della commissione edilizia dell'8 giugno 1973. Questo significa che né ora né mai si potrà mutare la destinazione d’uso del convento». Questo il documento centrale contenuto in un esposto inviato dal presidente del comitato al sindaco Pietro Tidei. L’esposto è stato inviato per conoscenza anche alla Procura della Repubblica di Civitavecchia, al Presidente della Regione Lazio, alla soprintendenza archeologica per la provincia di Viterbo e per suo tramite agli uffici competenti dell’Avvocatura dello Stato e infine all’assessore all’ambiente della Regione Lazio. «La richiesta è netta - prosegue il Comitato - si chiede infatti l’annullamento inerente l’edificabilità di terreni a Santa Severa, in via Giunone Lucina. La Società Lilium Maris Srl, con l’assenso della curia generalizia dei frati minori conventuali, proprietaria dell'immobile, aveva presentato richiesta di compatibilità urbanistica e nel febbraio scorso ha presentato istanza di nulla osta paesaggistico che veniva però negato. Non solo, lo stesso provvedimento della Soprintendenza è stato oggetto di ricorso con istanza cautelare da parte di Lilium Maris e della curia generalizia, presso il Tar del Lazio. Noi chiediamo che il Sindaco provveda con la massima sollecitudine ad annullare d’ufficio una nota in cui esprime il proprio assenso alla richiesta di compatibilità urbanistica, propedeutica alla richiesta dei titoli edilizi abilitativi».

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