Tavolini a non finire, posti a sedere in numero esagerato. Locali pubblici pronti ogni sera ad offrire divertimento e relax, euforia e tranquillità, a seconda dei casi, in una Civitavecchia che ha faticato tanto per riuscire a ripartire dopo la brusca frenata dovuta al Covid. La giusta riscossa dopo lunghi mesi di buio, dopo un periodo talmente nero che oggi quasi appare impossibile credere ai propri occhi quando si vedono coppie sedute al tavolino di un bar a gustare un gelato o squadre di amici coi bicchieri in mano in zona Pirgo. Il giusto riscatto per chi economicamente ha patito troppo, nonostante e che oggi ha voglia di ripartire. Qualche aiuto è arrivato, ma è stata poca cosa. Come il vecchio “una tantum”, oppure l’ammorbidimento della legge per quanto riguarda il posizionamento di pedane e tavolini sul suolo pubblico. Poco, è vero, ma meglio di niente. E proprio quel poco ha messo in moto la macchina delle aspettative. Tanto che, nonostante il periodo più duro legato ai contagi sia passato, qualcuno il privilegio di poter mettere tavolini e sedie un po’ dappertutto se l’è tenuto stretto. A seguito di una scia? Regolarizzato da accordi con il Comune? Non è dato sapere. Certo è che tra tavolini che chiudono parte di strada pubblica, sedie che invadono i marciapiedi, pedane che ogni sera partono alla conquista di ogni spazio rimasto libero, davvero la situazione appare rivedibile. Naturalmente i fatti della pentola li conosce il coperchio e ognuno sa quello che è il proprio “titolo autorizzativo”. Ma non occorre essere esperti di urbanistica per notare che molti locali con le loro occupazioni vanno nettamente oltre la normalità. E questo nel caso in cui dietro certi sconfinamenti dovessero esserci dei veri e propri abusi di natura privata. Nel caso in cui l’aumento di sedie e tavolini dei locali dovesse coincidere con un accordo regolare stretto col Pincio in base a questo e quel cavillo, la cosa sarebbe ancora più grave. La strada pubblica si chiama pubblica perché ognuno la può percorrere senza dover chiedere il permesso al titolare o al cliente di un locale. Se poi si parla di area pedonale, le regole sono chiarissime. E vanno rispettate.


Insomma, riprendere le attività va bene, ma nel rispetto di tutti. Molti locali hanno proceduto con aumenti sconsiderati dei prezzi, consapevoli probabilmente che a fine stagione dovranno fare i conti con una mole notevole di clienti persi. Ma è un loro problema. Quando però si esagera invadendo spazi in maniera arbitraria con pedane, tavolini, sedie, staccionate sul mare e chi più ne ha più ne metta, quando la musica è eccessivamente alta, quando la bevanda viene servita in vetro e tanto altro ancora, chi viene danneggiata è la comunità. E a quel punto chi è chiamato a garantire il rispetto delle regole ha il dovere morale di scendere in campo senza se e senza ma. E se non ha ben chiara la situazione delle autorizzazioni rilasciate ai commercianti, non deve fare altro che informarsi. Informarsi e procedere, prima che sia troppo tardi.