GIAMPIERO ROMITI

Marina Yachting, ci siamo. E l’imprenditore Edgardo Azzopardi finalmente ha potuto assaporare la gioia di un momento particolarmente felice, atteso da troppi anni per motivi che non staremo certamente a rievocare, ma purtroppo maledettamente nocivi per il processo di crescita economica e turistica che la città avrebbe potuto registrare se la struttura fosse sbocciata in tempi rapidi. Ma tant’è, non resta che rifugiarsi in un malinconico “meglio tardi che mai”. E sperare che si possa recuperare il tempo perduto e che non si presentino altri imprevisti altrimenti il sogno di ritrovarsi immersi in una realtà straordinariamente radiosa si trasformerebbe definitivamente in un terrificante incubo. E il “sì” che ha riempito l’aula Pucci e che s’è diffuso in ogni angolo della città, non poteva non elettrizzare l’ideatore della splendida iniziativa, appunto l’avvocato Azzopardi. Che ha così commentato: “Plaudo al sindaco, all’assessore all’urbanistica e al consiglio comunale tutto per l’unanime approvazione riguardante la dichiarazione di pubblico interesse e di mancanza di alternative al posizionamento del piccolo ufficio del Roma Marina Yachting sul Molo del Bicchiere. Plaudo inoltre alla grande sinergia e condivisione di intenti e di visioni fra l’avvocato Tedesco e il presidente dell’Adsp, dottor Musolino. Ormai manca poco – conclude – per arrivare a vedere iniziare le opere e la determinazione del Principato di Monaco e della Port Mobility, soci della Roma Marina Yachting, sussiste al 100%, ma dobbiamo fare presto”.

Già, d’ora in avanti si dovrà correre. E questo perché, come già ricordato, la lungaggine verificatasi prima di arrivare al voto della massima assise cittadina s’è protratta oltre ogni più ragionevole dubbio. Ovvero fino al momento della relazione griffata dall’assessore Dimitri Vitali e dal dirigente Giulio Iorio e dell’emendamento presentato dal Primo Cittadino, che hanno concesso di notare la “levata” di ventuno graziose manine di altrettanti eletti dal popolo e permesso quindi il varo del sospiratissimo Marina Yachting. Ma cos’è che viene avvalorato nella ricordata relazione che magicamente ha permesso di sbloccare la situazione? Ecco: “Le opere previste dall’intervento sono senza dubbio qualificabili di rilevante interesse nell’ambito di un più ampio programma, avviato dall’Adsp in accordo con il Comune, di riqualificazione, valorizzazione e recupero del centro storico della città. Il sito individuato è funzionale per gli aspetti specifici e per quelli logistici anche in rapporto all’immediato contesto storico di Civitavecchia. Nel cui territorio non sono presenti altrettante aree aventi le particolari caratteristiche che possano permettere la realizzazione del progetto, se non attraverso importanti interventi che comporterebbero una cospicua sottrazione di suolo, di specchio d’acqua e rilevanti impatti di tipo visivo con una modifica del contesto demaniale marittimo e del paesaggio”. Referto dettagliato.

Ma la domanda sorge spontanea: perché son dovuti trascorrere tempi biblici prima trovarselo splendidamente confezionato, apprezzato e approvato all’unanimità? Quali gli impedimenti ? Come mai il riconoscimento del considerevole interesse pubblico è stato oggetto di un’interminabile riflessione? Sappiamo benissimo che non arriverà mai una risposta epperò le perplessità restano: aver bruciato tanto tempo per arrivare ad una conclusione più che logica e addirittura ovvia, è francamente incomprensibile. E poi, non dimentichiamolo, se proprio in questi ultimi tempi il Marina Yachting ha avuto una veemente accelerazione , si deve anche, e in maniera rimarchevole, all’azione prodotta dalla stampa: se non se ne fosse parlato, la preziosa ordinanza, opportunamente rivista e corretta, chissà quando sarebbe arrivata all’attenzione del responsabile dell’urbanistica.

Questo va ricordato e, sull’onda dell’entusiasmo per il voto espresso, a nessuno venga in mente adesso di fare spallucce e farfugliare un qualunquistico “scurdammoce ‘o passato”.

Da registrare, infine, che al vaglio del Consiglio è passato pure l’odg sul diportismo locale fortemente voluto dal Pd con in testa il capogruppo Marco Piendibene e che ha trovato l’appoggio dei berluscones e di Perello. Detto documento impegna l’amministrazione di esaudire le richieste dei proprietari di piccole imbarcazioni e di avviare uno studio di fattibilità per uno scivolo di alaggio pubblico dentro o fuori l’ambito portuale. Scontato il voto di pidini e centrodestrorsi di governo a favore dell’ordine del giorno, mentre Fratelli d’Italia, Lista Grasso e M5S, in netto disaccordo, hanno chiesto di convocare entro 20 giorni una seduta aperta sull’ argomento che” riguarda un aspetto della quotidianità assai importante ma che non è rappresentato pienamente nell’atto approvato". Che libidine, prepariamoci ad un’altra battaglia consiliare da non perdere.

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