GIAMPIERO ROMITI

Si ricomincia. Diamo il benvenuto all’odierno 24 maggio che speriamo possa accogliere tutti con un largo sorriso e dobbiamo dire che lo troviamo già bello carico. Solo un’impressione? Può darsi. Ma, dopo una rapida riflessione, è stato abbastanza naturale capirne la ragione. Sa benissimo, il signor 24 maggio, che è l’inizio della febbrile attesa del giorno della verità per il progetto del Marina Yachting. Che approderà in Consiglio Comunale sulla spinta del precedente (svoltosi di recente) che, prendendo per oro colato il giornale telematico Big Notizie sempre attento a ciò che succede nel chiuso dell’Aula Pucci, ha lasciato trasparentemente intendere che le basi per una bella (sic!) bagarre (tra maggioranza e minoranza, ovvio) siano state gettate: possibile dunque il remake dei corpo a corpo già verifatisi nella “prima versione” del massimo consesso.

Sul quale è il caso di ritornarci. Velocemente. Ricordando che due sono stati i “match”: uno con protagonisti il sindaco Ernesto Tedesco e Fabiana Attig, l’altro tra il “fratellone d’Italia” Giancarlo Frascarelli e la berlusconiana Emanuela Mari, il cui altissimo ruolo che è chiamata a svolgere le consente di guardare dall’alto “amici” di coalizione e “nemici” di opposizione. Annunciato frizzante il primo incontro sapendo quanto fosse intraprendente la “pasionaria” de “La Svolta”, di fatto è andato via via spegnendosi perché il Primo Cittadino, anziché rispondere all’incalzante sollecitazione di riferire sulla sua visita (col prestigioso codazzo di pezzi da novanta della Giunta quali Magliani e Barbieri e nientepopodimeno del segretario generale Pompeo Savarino), al Procuratore della Repubblica Andrea Vardaro, ha preferito sfoggiare un’arringa degna di un principe del foro (chapeau!) epperò inadeguata alla circostanza.

Sul solenne “incontro”, difatti, neppure un leggerissimo stormir delle labbra: silenzio assoluto, chi vorrebbe (e dovrebbe ) sapere, si faccia i cazzi suoi ! Attacchi della Attig rintuzzati, dunque, dalla scelta (scientemente opportunistica ? Beh…) di limitarsi a contenere la furia della contendente, negandole così la chance di un martellamento che sarebbe diventato insopportabile.

Ma come ben si sa, il veleno sta sempre nella coda e nell’ultima “ripresa” Tedesco ha abbozzato la seguente sfuriata tanto confusa quanto ridicola: “Mi auguro che nessuno possa immaginare di fare illazioni e fare una costruzione su quello che si scrive sulla stampa. Quale stampa ? Quella di Civitavecchia poi ?”.

Ridere, strapparsi i capelli (che fortuna il nostro, non potrebbe…), piangere ? Comunque, e solo per essere chiari, se l’esimio avvocato–tricolore ha creduto di aver sferrato un colpo da kappaò sappia che non s’è trattato neanche di un soffio e quindi incrementi le sedute di palestra, ci dia dentro con i pesi e non tralasci di ingozzare integratori per accumulare potenza: la stampa svolge la sua funzione senza condizionamenti né preconcetti, registra fatti e comportamenti che attengono alla politica e a tutto ciò che rientra nella sfera dell’interesse pubblico, elogia e critica a seconda dei casi come è giusto che sia e come integerrima deontologia comanda. Insomma compie (e se incorre in errore deve sollecitamente rimediare poiché la verità vera giammai può essere “offesa”), ciò che la professione gli consente e richiede.

E, per finirla, se “quale stampa ?” dovesse maldestramente riguardare questo quotidiano, allora sarà bene che l’esimio Sindaco (più che mai con la “esse” maiuscola stavolta!) stia sereno (brrr, ‘sta frase forse non ci voleva: armeggiare dalle parti basse si può…) giacché è semplicemente la stessa che sa di dover essere rigorosamente obiettiva e al di sopra di qualunque parte (politica, imprenditoriale e via dicendo) sia che operi in Civitavecchia (che, per Sua conoscenza caro Tedesco, ha sfornato fior di giornalisti di levatura nazionale) che in qualunque altra italica città.

Secondo match e sul quadrato gli annunciati Frascarelli e la Mari. L’oggetto che ha scatenato il duro incontro ravvicinato? L’ormai famosa lettera dell’esponente azzurra riguardante la questione del Marina Yachting. Fulmineo subito dopo il gong, il meloniano ha attaccato la sua dirimpettaia: “Smentisca che ci siano consiglieri che sono venuti da lei a fare pressioni, altrimenti vado a sporgere denuncia ai carabinieri. Fuori i nomi e cognomi (Civonline.it. 21 Maggio).

La replica non s’è fatta attendere, ma clamorosamente (a conferma di una stanchezza che si sta protraendo troppo a lungo rispetto a quella immaginata passeggera al tempo della stesura dell’epistola stranamente indirizzata al presidente dell’Adsp, che con il “MY” in questa fase non c’entra una mazza) è risultata così imbarazzante (ci limitiamo a tal aggettivo gentile per cavalleria) da rafforzare il timore che la signora abbia davvero bisogno di un periodo di riposo per recuperare la forma migliore. Ha difatti così contrattaccato: “Non credo di averlo detto. Non riesco a capire tanto fervore, non ho offeso nessuno”.

Eh no, non ci siamo. Assolutamente. Che non “abbia detto” risponde a verità ma solo, incredibile amnesia, perché pensando evidentemente di non essere capita (o di venir fraintesa) ha preferito mettere nero su bianco ovvero scrivere.

E, cara presidentessa, quello che viene scritto resta. In particolare, nella lettera, tre frasi ,che non lasciano dubbi circa la sua consapevolezza di quel che avviene o è avvenuto, per cui prima o poi (la “faccenda”, assai seria, non ha la scadenza di uno yogurt) sarà chiamata a scoperchiare il “prezioso” vaso di Pandora che gelosamente custodisce.

Eccole, le frasi: 1) Spesso interessi sindacali, privati, partitici tentano di spingere o frenare le leve dell’amministrazione pubblica; 2) Anche l’opposizione consiliare con i mezzi di informazione cerca di fare altrettanto; 3) Come lei (ossia Musolino, destinatario della missiva) purtroppo ha avuto modo di toccare con mano, certi metodi non appartengono a chi ha rispetto delle istituzioni, del ruolo ricoperto e soprattutto del mandato conferito dagli elettori”.

Allora ? Vede egregia Mari, ci fosse stato Vittorio Sgarbi su uno degli scranni della “Pucci” l’avrebbe stordita con una raffica di “ha scritto, ha scritto, ha scritto, ha scritto, ha scritto” e dal suo angolo sarebbe stato inevitabile il getto della spugna.

PS – Consiglio per i collezionisti di quadri. La lettera della forzista ha tutto per diventare un “pezzo” pregiato e ricercatissimo. Chi ha avvedutamente evitato di appallottolarla e di farla ingoiare dal cestino della carta straccia, la impreziosisca con passepartout grigio canna di fucile e cornice nero opaco e la piazzi in un caveau corazzato.

In base agli sviluppi che riserverà l’assise di venerdì prossimo potrebbe avvicinarsi al valore di un taglio di Lucio Fontana o addirittura delle strabilianti creazioni di un gigante del graffitismo americano quale Jean Michel Basquiat. E la Mari verrà ringraziata vita natural durante.

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