GIAMPIERO ROMITI

La notizia del giorno viene lanciata da “Civitavecchia Bene Comune”, che rappresenta il folto associazionismo ambientalista territoriale, accomunato nella stesso stabile sulla cui targhetta al citofono si potrebbe apporre il suggestivo acronimo “Ci.Be.Co.” (che non tarderebbe molto ad essere decrittato con esattezza) e sembrerebbe (condizionale obbligatorio perché la certezza del dubbio è il solo e indubitabile mezzo per raggiungere la certezza assoluta) che possa risultare il primo importantissimo e sostanzioso passo del tortuoso cammino da intraprendere per ritrovare la sana vivibilità perduta. La notiziona parte da una sintesi che è già musica per le orecchie dei fautori delle rinnovabili :“Il porto di Civitavecchia come prima grande comunità energetica d’Italia” e finisce in gloria con la completa spiegazione: “Allo scopo di contribuire alla crescita sostenibile del Paese, alla decarbonizzazione del sistema energetico e per il perseguimento della resilienza energetica nazionale, le Adsp (Autorità di Sistema Portuale – ndr) possono costituire una o più comunità energetiche “pulite” ai sensi dell’articolo 31 del d.lgs 199/2021”. Esultano i rappresentanti di “Ci.Be.Co.”: “Finalmente l’annuncio che aspettavamo ! Cioè da quando, poco prima dell’emergenza Covid, è stato messo a punto il progetto di ambientalizzazione dello scalo marittimo (“battezzato” Porto Bene Comune – ndr -), che lo concepisce come un ambiente a zero emissioni, un sistema energetico sostenibile e del tutto off-grid (autonomo – ndr -) in accordo con gli obiettivi del Green Deal Europeo”.

Entusiasmo alle stelle, dunque . Ma che non può bastare che si specchi esclusivamente nell’enunciazione di un pur essenziale decreto legislativo. Perché si spalanchi un orizzonte colorato di purezza, necessita difatti una possente azione corale, che trovi la corrispondenza “triunivoca” di soggetti altamente qualificati, in grado, per il rilevantissimo ruolo che ricoprono, di centrare il bersaglio della realizzazione di progetti così virtuosi da risultare una vigorosa spinta verso il risanamento ambientale atteso (invano) da oltre settanta anni.

Ed ecco quindi che “Ci.Be.Co.” si rivolge, anzitutto (in rispetto del decreto), al leader di Molo Vespucci, Pino Musolino, invitandolo “ad accelerare i tempi per tagliare il traguardo della completa già ricordata ambientalizzazione del porto e per mettere a punto , tra molteplici altri aspetti , l’elettrificazione delle banchine con rinnovabili e accumulo ad idrogeno con lo scopo di eliminare i fumi delle navi ,anch’essi tra le cause più gravi dell’inquinamento atmosferico”. Richiesta opportuna al top-manager arrivato da Venezia, che, avendo già ripetutamente dimostrato (e dichiarato) di essere convintamente favorevole al risanamento ambientale auspicando la definitiva liberazione dall’abbraccio mortale dei combustibili fossili, rappresenta il perno intorno al quale dovranno “girare” (forti della propria riconosciuta autorevolezza e perizia) altri due soggetti di elevata statura costituzionale.

Ovvero il sindaco Ernesto Tedesco, al quale i rappresentati di “Ci.Be.Co.” chiedono di “interpretare la volontà della comunità e di farsene portavoce sollecitando e seguendo da vicinissimo la realizzazione dell’offshore eolico, che è uno tra i “piani” tanto più urgenti ed attuali quanto più i venti di guerra hanno rallentato, se non interrotto, il processo di transizione ecologica”.

E infine l’assessora Roberta Lombardi, invitata “ad incoraggiare e promuovere l’operazione Porto Bene Comune attivando ogni strumento disponibile sotto l’egida di una Regione, che potrebbe diventare pilota di una necessaria portualità sostenibile”. Bè, il varo (tanto per restare in tema…) di un d.lgs dal fascino (ed enorme rilievo, ovvio !) irresistibile non può non spalancare le porte alla speranza che proprio il porto traini una splendida “rivoluzione ambientale” capace di contagiare con i suoi effetti benefici ulteriori settori (e non mancano, maledizione !) di questo territorio “stuprato” dall’incessante avvelenamento dell’aria.

E il fatto, di enorme portata, che “Ci.Be.Co.” abbia chiamato tre “giganti” quali Musolino, Tedesco e Lombardi a guidare la succitata “rivoluzione” è il segno lampante di quanto sia irresistibile il desiderio di rigenerare (!) questa nostra bella città d’incanto. Ora non resta che contare su impegno, competenza e “peso” manageriale e politico del terzetto . E per di più sulla coesione ovvero sulla perfetta sinergia per ottenere il meglio.

Sarebbe una eccellente idea, pertanto, se Presidente di Adsp, Primo Cittadino e Pentastellata si tatuassero (per tenerlo sempre presente e in bella vista) un “passaggio” del meraviglioso brano (“La cura”) dell’immenso Franco Battiato: “Percorreremo assieme le vie che portano all’essenza”.

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