Emanuela Mari, a proposito della delibera sul Marina Yachting, cerca solidarietà: prima dal suo partito, ora da tutta la maggioranza: «Non tirate per la giacchetta la presidente».

In realtà, semplicemente, questo giornale ha rilevato per primo come ci fosse una proposta di delibera che il sindaco Tedesco, non Cozzolino, né nessun altro, aveva firmato il 13 aprile scorso inviandola alla presidenza del consiglio affinché fosse avviato l’iter per portare l’atto in consiglio comunale. E’ bene evidenziare come in questa fase il presidente del consiglio sia poco più di un passacarte: in base alla materia oggetto della proposta deve semplicemente trasmettere la stessa al presidente della commissione competente.

Invece Mari la carta anziché “passarla” l’ha trattenuta quasi un mese, per chiedere un parere al segretario generale su quale fosse la commissione competente. Ora: il consiglio comunale è chiamato ad occuparsi della questione perché il venir meno del Ptpr per una sentenza della Corte Costituzione, ha reso necessario un provvedimento di natura urbanistica, per cui il Tuel riserva la competenza al consiglio comunale. Dovrebbe essere scontato, dunque, che la commissione consiliare competente ad esprimere il suo parere sull’atto sia appunto quella Urbanistica. Invece no: secondo Savarino la competenza è esclusivamente della commissione “Sviluppo portuale”: neppure una commissione congiunta, dunque, ma solo “Sviluppo portuale”. Ci sia consentito, per quello che conta, cioè nulla, di affermare che questo parere appare molto debole, ai limiti dell’inconsistenza.

Tornando a Mari, dopo l’intervento a norma di Statuto dei consiglieri di FdI, M5S e Svolta, che hanno chiesto la convocazione del consiglio comunale entro 20 giorni, la presidente ha partorito una lettera aperta al presidente dell’Adsp ai limiti del surreale, visto che tutta questa diatriba non riguarda in alcun modo l’authority, ma semmai le dinamiche politiche di palazzo del Pincio e che la presidente Mari in un colpo solo ha dato due sonori ceffoni al suo sindaco Tedesco: primo perché è del tutto irrituale che il presidente del consiglio si sostituisca al primo cittadino, unico deputato e legittimato a rappresentare il Comune e a rapportarsi con i vertici di altri enti; secondo perché la delibera “da sviscerare” e “ponderare” porta la firma proprio del Sindaco e il giorno prima lo stesso Tedesco aveva espresso tutta l’importanza del progetto al viceministro leghista Morelli, magnificando il marina yachting come occasione di sviluppo e occupazione, dopo 7 anni di procedimento amministrativo, ricorsi amministrativi e inchieste giudiziarie che hanno certificato l’assoluta bontà e trasparenza dell’iter.

Dulcis in fundo, Cristiano Dionisi, presidente di Unindustria, ( vicino all’onorevole Battilocchio, coordinatore provinciale e parlamentare del partito di Mari), ha ricordato come il marina yachting sia una opportunità da non perdere, magari a beneficio di Fiumicino dove Royal Caribbean ha rilevato un porto turistico per mega yacht a due passi dall’aeroporto. Ogni giorno che passa si fa più concreto il rischio che nel 2022 sfumi un progetto partito da un’idea di Moscherini nel 2003 ed il cui procedimento è stato poi avviato nel 2015, con oltre 23 milioni di investimento privato ed un partner come il Principato di Monaco.

Mari, invece di cimentarsi in goffi tentativi allusivi a presunti interessi di chi le tirerebbe la giacchetta, risponda invece ad una domanda: di fronte a una iniziativa il cui interesse generale è stato affermato in ogni sede, cui prodest, anche politicamente, rallentare ancora o addirittura far sfumare un progetto «al quale l’amministrazione assolutamente tiene» (Tedesco dixit)?

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